martedì 4 gennaio 2011

Il ruggito del topo di fogna


Al mio ritorno dal periplo del solstizio d'inverno tra le nebbie del sud e le nevi del nord ho guardato su Internet l'ultimo buon annozero del 2010.
Pur avendone avuto precedentemente l'eco sui quotidiani autonomi (il Fatto) o semiautonomi (Repubblica), sono rimasto choccato dalla disgustosa aggressione molteplice allo studente perpetrata dal serpente Bordelli e dalla capra isterica La sovietica, sostenuti nell'ombra della servitù volontaria dalla iena Pirro o come diavolo si chiama il Sallustio di scorta. Il solo Santorini si è limitato a un distinguo astratto, più preoccupato dei rischi strategici di una tale aggressione che della dignità offesa del povero studente.
Ma in che paese siamo (siete), dove gli amici dei mafiosi pretendono garanzie di verginità pacifista e gli eredi degli squadristi neri danno impunemente del vigliacco a inermi cittadini, sotto la vigliacca protezione della scorta che li protegge anche al cesso e forti del loro diritto di insultare impunemente, approffittando del privilegio del ruolo istituzionale?
Lo studente non ha risposto alla provocazione ma l'ha subita anziché denunciarla, come l'agnello nell'antica favola di fronte all'aggressività stupratrice del lupo.
Nella moderna favola, diventata ormai incubo quotidiano, l'agnello è stato dolorosamente zittito dal ruggito del topo di fogna in servizio.
Col senno di poi e con la rabbia di sempre io avrei urlato al mondo pressapoco così: "E perchè mai dovrei essere io a prendere le distanze da azioni compiute da chi neppure conosco e che non ho mai esplicitamente sostenuto, per di più su richiesta di chi intrattiene rapporti intimi con settori coinvolti in traffici mafiosi notori e ha sostenuto elettoralmente e sostiene ancora "terroristi" riconosciuti come Cuffaro? Chi tra me e lei ha il dovere di fare luce e di non corrompere il clima sociale con la violenza? Chi è più violento? Le Mafie o i sedicenti Black Block? Perché se lei mi dice che le mafie non c'entrano io le rispondo allora che i Black Block sono tutti poliziotti.
E come si permette di darmi del vigliacco lei, cara signora, che dietro la sua recente parvenza da onorevole ha sostenuto da sempre, facendone nostalgicamente parte, le squadracce che attaccavano case del popolo e inermi antifascisti? Lei appartiene all’albero genealogico di delinquenti ideologici che hanno violentato e ucciso, col favore del numero, da Matteotti ai fratelli Rosselli + un numero infinito di vittime innocenti, razzisti con i deboli e leccaculo con i forti del terzo Reich.
Io sono fiero dello zio Eduardo che dopo aver raccolto negli anni trenta in una bottiglia gli effetti spiacevoli dell'olio di ricino, li ha fatti bere, nel quarantacinque, a un vostro camerata, nel nome di tutti i violentati e uccisi da un regime vigliacco.
Il fascismo è finito e il vostro farsesco potere che lo scimmiotta lo seguirà presto nella spazzatura della storia.
Il pennivendolo nell'ombra continui pure a parlarsi addosso fregandosi le mani e a fare proposte oscene alla Marcegaglia per divertirsi un po', visto che si accontenta di sganasciarsi per le sue vittorie di Porro, o come diavolo si chiama."
Sergio Ghirardi