martedì 24 maggio 2011

NÈ DIO, NÈ PADRONE, NÈ MARITO






Ricevo e trasmetto perché senz’altro emozionante e a priori (non ho visto il film) parecchio interessante perché una radicalità siffatta spinge anche il maschio a confrontarsi con l’erotismo della libertà.
Sergio Ghirardi

Virginia Bolten (1870-1960) - al suo nome è legata la prima pubblicazione femminista sud-americana, "La voce della donna", pubblicata in clandestinità, in Argentina, tra il 1896 e il 1897 - mise a fuoco per la prima volta un punto di vista anarco-femminista sulla difesa dei diritti fondamentali delle donne e degli uomini.
Soprannominata la Luise Michel di Rosario, Virginia Bolten è uno di quei personaggi in anticipo sui tempi su cui la storia ufficiale cerca di imporre una coltre di silenzio. Il film "Ni Dios, ni patron, ni marido", realizzato nel 2009 da Laura Mañá, narra i fatti che portarono alla creazione del giornale anarco-femminista e parla di un gruppo di pionieri in lotta per il libero amore, la parità di diritti e la fine di tutte le dominazioni, mentre stava per spuntare il Ventesimo secolo. Il film racconta gli eventi che ebbero per protagonista un gruppo di operaie tessili, insieme all'anarchica Virginia Bolten e alla stella del canto lirico nazionale, Lucia Boldoni, che si unirono nel perseguimento di un comune obiettivo: la pubblicazione di un giornale fatto dalle donne per le donne che si rivolgeva a migliaia di lavoratrici che lottavano per la propria autonomia all'interno e all'esterno della casa. "La Voz de la Mujer", il primo giornale latino americano anarco-femminista, stampato in modo clandestino e diffuso quando la polizia e la scarsità di permessi di risorse lo permettevano; le 2000 copie di ciascuno dei nove numeri che vennero pubblicati vennero diffuse in fabbriche e laboratori conquistando lo spazio per la diffusione dei principi di libertà e di indipendenza, spostando il dibattito sul libero amore, sul matrimonio, sulla rivoluzione sociale, sull'abuso di potere, cercando di insegnare alle madri ad educare i propri figli nell'uguaglianza dei diritti.
Il film, in versione originale, può essere visto in streaming,