domenica 26 giugno 2011

La verginità della madonna e l’oppio dei popoli


Commento all’articolo di Marco Travaglio MAX THE FOX , su D’Alema and co., sul Fatto di Sabato 25 giugno.

La trasparenza del fenomeno è ormai inequivocabile. Direi inutile da rimembrare. Il problema è che gli elettori del PD, per esempio, oltre che alla verginità della madonna credono (ed è ancora più grave) a quella di Fassino, di D'Alema, Bersani e compagnia, con alternative altrettanto clericali quali Vendola e Di Pietro.

Il problema più tipicamente italiano è il clericalismo di destra e di sinistra. Il centro non è che il buco profondo nel quale scivolano, finendo regolarmente in Casini vari, tutti i moderati senza passione, in fuga dall'estremismo vero o presunto (spauracchio nel quale si è stritolato ogni pensiero radicale).

Vaticano, Opus Dei, Comunione e Liberazione, Licio Gelli e altri massoni, gli ex stalinisti e i devoti di ogni autorità passata, presente o futura, radicali da salotto alla Pannella diventati i domestici dietetici della critica asservita, sono tutti guitti più o meno cinici, al soldo della società dello spettacolo.

La disumanità di ogni religione fa da sfondo alla disumanità della politica. L'invenzione di una laicità attiva e autonoma, non confusa volontariamente nell'ecumenismo come invece la amano e la invocano i teologi spettacolari del cristianesimo (Razinger) o del marxismo (Cacciari), è la tabula rasa indispensabile per rompere con la superstizione che fa della società italiana la preda ideale di ogni logica mafiosa, di ogni corruzione e di ogni ipocrisia.

Lo stivale delle sette Leghe (Nord, Sud, Roma ladrona, Mafia, N'drangheta, Camorra e Sacra Corona Unita) non ha mai conosciuto una radicale laicità. Anche per questo l'Italia è spesso il laboratorio storico dei soprusi del capitalismo planetario.

Movimento a cinque stelle, indignati o arrabbiati di tutti i paesi, città o campagne, solo la rottura autentica con lo spettacolo della politica business potrà dare inizio alla nuova civiltà che già preme non del tutto consciamente, ancora senza certezze, nelle rivolte più o meno abbozzate che agitano il mondo.

Sergio Ghirardi