lunedì 6 febbraio 2012

11 TESI SUL NUCLEARE





1) In Francia si comincia sempre con il tema della catastrofe nucleare per scivolare poi sulla transizione energetica. La logica vorrebbe invece che tutta l’Europa si decidesse a intervenire rapidamente perché se il nucleare è LA catastrofe annunciata, bisogna innanzi tutto darsi la possibilità di fermarlo immediatamente.
C’è una conditio sine qua non: nessuna transizione energetica sarà possibile senza prima uno stop definitivo del nucleare.

2) Ricordiamo che non bisogna confondere energia primaria e energia elettrica, consumo e produzione, prima di precisare che il nucleare  corrisponde, a livello mondiale, a 2% dell’energia primaria e a 13,6% di produzione di elettricità. Il nucleare è dunque una piccola parte della produzione energetica e persino la soluzione, assai poco simpatica in verità, di rimpiazzarlo in un primo tempo con delle centrali termiche fossili certamente inquinanti, produrrebbe una dose limitata di gas a effetto serra, diminuendo invece immediatamente e drasticamente il numero di pallottole all’uranio arricchito nella roulette russa nucleare.
Nell’attesa impaziente, evidentemente, di arrivare in fretta ad abolirla del tutto.
3) Il declino del nucleare è già cominciato innescando, ma solo relativamente, il processo d’abbandono di questa energia letale. La questione è dunque ormai quella di uscire immediatamente dal nucleare, cioè prima dell’inevitabile catastrofe, oppure progressivamente, toccandosi i coglioni per scongiurare il peggio.
Prova del déclino del nucleare: riduzione della capacità di istallazioni a partire dal 2008 e riduzione della parte del nucleare nel mix mondiale elettrico dal 18 al 13,6 %. Nei giorni scorsi, in Francia, la Corte dei Conti ha clamorosamente denunciato che il nucleare ha prezzi esorbitanti e destinati ancora a salire, mentre non ha più i mezzi per rinnovare l’attuale parco reattori, la cui durata rischia di venire prolungata a 60 anni con tutti gli evidenti rischi annessi.
Molte destre europee sono diventate anti nucleari per ragioni morali e/o finanziarie. A quando il turno della destra francese? Resterebbero allora paradossalmente pronucleari solo il partito socialista e quello comunista. Tragicomica Sharkholland!
4) Si confonde ad arte ENERGIA (in particolare il pétrolio utilizzato per i trasporti è la causa principale dei gas a effetto serra) ed ELETTRICITÀ (la parte di produzione di gas a effetto serra da parte della produzione d'élettricità è minima: meno del 13% contro 30/ 40 volte, se non di più, per i trasporti...).
Si criminalizza dunque un’uscita rapida dal nucleare tramite il fossile come stanno facendo giapponesi e tedeschi (centrali a gas) in nome della lotta contre i gas a effetto serra. Notare, invece, che proprio i tedeschi escono dal nucleare con il fossile RIDUCENDO i gas a efftto serra perché se la prendono piuttosto con l’uso delle automobili, isolano le abitazioni e innescano altri interventi di razionalizzazione.
5) Le istituzioni internazionali ed europee sono il risultato di una democrazia spettacolare dove la grande maggioranza vota per dei produttivisti perché non immagina neppure un'altra società possibile in cui la decrescita sia una diminuzione degli obblighi di consumo e un aumento della libertà di godimento della vita. Purtroppo il popolo bue della pubblicità sostiene questo sistema, dal nucleare alle TAV irragionevoli, perché è ancora sotto lo charme ipnotico di un consumismo alienante mentre i sopravissuti allo spettacolo sono ancora incapaci di mostrare che si può vivere MEGLIO con MENO e con ALTRO.
6) Il modo della proprietà determina il tipo di civiltà. L’appropriazione privativa a scopo di lucro anche delle imprese di produzione di elettricità da parte della società va abolita per reinventare delle condizioni nuove di gestione di tutti i beni pubblici.
Guai a confondere capitalismo e modo di proprietà perché quel che distingue il capitalismo è una civiltà e per conseguenza il suo modo di produrre e di consumare.
Il capitalismo è nato insieme alla scienza sperimentale e al suo matrimonio con la tecnica per cui “la borghesia, in quanto classe dominante non può esistere senza rivoluzionare costantemente i mezzi di produzione” (Marx)
Risultato : la tecnica ha messo l’arte da parte, smettendo di essere il prolungamento del braccio umano e si è trasformata in una serie d’innovazioni per ridurre il costo del lavoro e produrre un ingorgo di merci dall’obsolescenza programmata. Il tutto in nome del culto della crescita economica e a detrimento della natura ridotta a serva da sfruttare, ignorando quanto essa possa fottersi di noi non appena smettiamo di rispettarci rispettandola.
Per la visione produttivista del ciascuno per se, il nodo maggiore è dunque il prodotto e la tecnica. Noi dobbiamo invertire la rotta del “Discordia” per rispondere a questa questione cruciale: come dominare l’innovazione dirigendola di nuovo nel senso dei nostri desideri e bisogni  e verso il rispetto della natura?
Partendo dal prodotto dobbiamo reinventare il modo di produzione.
7) Un progetto energetico planetario per l’umanità farebbe meglio a partire modestamente dall’abolizione del nucleare francese, facendo così, subito, un gran bene all’umanità intera.
8)  Bisogna fermare immediatamente i reattori più pericolosi !

Ma, cazzarola, TUTTI i reattori sono pericolosi.

Three miles Island aveva 3 mesi quand è esplosa e Chernobil 1 anno. Certo alcune centrali francesi sono molto più vecchie. È il caso di Fessenheim et Bugey, il cui acciaio di produzione francese contiene del fosforo che rende questo metallo più fragile, mentre gli altri reattori hanno problemi diversi: saldature delle tubature, prossimità del mare, problemi umani ecc.

9) A cavallo tra l’effetto Fukushima e lo spettacolo delle prossime elezioni presidenziali, si leva in Francia la richiesta di un grande dibattito pubblico sul nucleare seguito da un referendum. Ma il dibattito è permanente e il referendum pure. Risultato : nelle riunioni antinucleari si ritrovano i soliti quattro gatti e ad ogni elezione sono sempre rieletti i deputati pronucleari. Siamo sicuri che un refendum  vedrebbe emergere un voto sfavorevole al nucleare?

10) Ci si dimentica curiosamente ma non troppo, che nel 1968, è iniziata il 16 maggio una discussione aperta sul nucleare ( ebbene sì, durante il famoso maggio si parlava già del nucleare in Francia!) conclusasi il 30 ottobre con l’affermazione della sua pericolosità. La denuncia del pericolo nucleare si tradurrà, pochi anni dopo -1973 -, nel lancio dell’epopea trionfante del nucleare civile che farà della Francia una bomba a ritardamento planetaria, soddisfacendo il solo scopo propagandistico di esonerare le responsabilità dello Stato e dell’operatore EDF produttore di energia elettrica nucleare.


11) Nonostante il fatto incoraggiante che un numero crescente di nazioni ha ormai innescato, o sta per farlo, la decontaminaziona dalla peste nucleare, 59 reattori continuano a giocare in Francia la roulette russa del dottor Stranamore, mentre tutta l’Europa rimane a guardare in tutt’altre faccende affaccendata.
Anche se ormai Feuerbach c’entra poco, in un’undicesima tesi che si rispetti non poteva mancare questa classica conclusione: fino a oggi i filosofi hanno discusso astrattamente  sul nucleare, ora si tratta di abolirlo per davvero.


Sergio Ghirardi
mondo in salvo