sabato 15 settembre 2012

Lezioni di taglio



Concorso scuola
Un fine agosto carico di angosce per i precari della scuola. Quest’anno, al consueto stress che accompagna gli insegnanti precari in attesa di una nomina annuale, si è aggiunta la “tegola” del concorso. Il Ministro della Pubblica Istruzione, ha reso pubblica l’intenzione di bandire, entro il mese di settembre, un concorso per la copertura di circa 11.000 cattedre a tempo indeterminato. Tale annuncio ha generato, proprio nel periodo più delicato per i precari, in attesa come ogni anno di un contratto annuale, che in questi tempi di crisi diviene sempre più necessario, tanto sconcerto subito seguito da rabbia e promesse di contestazioni.
Chi sono e perché i precari sono così contrari al concorso? Vista l’omertà dei mezzi d’informazione che non offrono il benché minimo spazio alle ragioni del dissenso, occorre chiarire quale sia la posizione di tanti insegnanti che, da troppi anni, sono stati impiegati per coprire le carenze di personale della scuola, senza mai vedersi riconoscere il loro ruolo attraverso l’assunzione a tempo indeterminato.
Nel 1999, è stato bandito un concorso per l’assunzione di personale docente delle scuole di ogni ordine e grado. I vincitori dello stesso sono entrati a far parte di graduatorie, in seguito destinate solo alla copertura dei posti a tempo indeterminato, che si sarebbero dovute esaurire, di anno in anno, grazie ai pensionamenti.
Pur essendovi molti più vincitori che posti immediatamente disponibili, nel 2000 il Ministero ha istituito un’ulteriore modalità di selezione e reclutamento di personale docente, le Scuole di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario (SSIS). La ragione dichiarata all’origine di questa nuova via intrapresa era che in tal modo si sarebbe potuto selezionare già in partenza, quindi formare all’insegnamento, il giusto numero di insegnanti in relazione ai posti vacanti. Tale seconda modalità di assunzione, prevedeva l’obbligo di accedere ad un corso universitario, a pagamento, della durata di due anni, attraverso un concorso e due prove selettive (scritta e orale). I corsi, svoltisi presso molti atenei e con docenti universitari, prevedeva frequenza obbligatoria, esami intermedi nonché un esame finale, scritto e orale, con valore concorsuale ed abilitante. I corsi SSIS effettuati sono stati nove, producendo un numero considerevole di abilitati, inseriti in graduatorie ad esaurimento (G.E.), per tutte le classi di concorso.
Inoltre, nel 2000 e nel 2007 sono stati disposti dal Ministero, ed effettuati presso molte università, corsi abilitanti della durata di un anno, riservati a docenti non abilitati (non vincitori del concorso del ’99 né abilitati SSIS) ma con almeno 360 giorni di servizio nella materia d’insegnamento per la quale chiedevano l’abilitazione.  Anche questi docenti sono stati successivamente inseriti nelle graduatorie ad esaurimento.
Infine, mentre gli abilitati con il concorso hanno acquisito un determinato punteggio con conseguente posizione in graduatoria definitiva, gli abilitati inseriti nelle G.E. sono stati costretti ad implementare il loro punteggio con la frequenza di ulteriori corsi di laurea, corsi di formazione post-universitaria nonché master, tutti naturalmente a pagamento, al fine di non perdere posizioni in graduatoria. 
A causa di quanto appena descritto, sono state create due graduatorie parallele, la prima composta dai vincitori del concorso del 1999 e la seconda dagli abilitati delle SSIS e dai partecipanti ai corsi riservati (G.E.). Di anno in anno, le assunzioni relative ai posti a tempo indeterminato di volta in volta disponibili, sono state eseguite attingendo equamente dalle due graduatorie.
In questi ultimi 13 anni, per coprire le carenze di personale docente, pur di non assumere a tempo indeterminato nuovi insegnanti, Il Ministero ha assunto il personale necessario, con contratti a tempo determinato, attingendo delle graduatorie ad esaurimento.
Chi sono, quindi, i precari della Scuola? Sono tutti già vincitori di concorso secondo la normativa vigente al tempo. Persone alle quali è stato assicurato, sempre a suo tempo, l’accesso all’insegnamento con un contratto a tempo indeterminato e perciò hanno investito in questo progetto professionale, anni e anni della loro vita e della vita delle loro famiglie, nonché molto denaro. Sono coloro i quali tutti gli anni scolastici lavorano per coprire la carenza di personale della Scuola, che hanno acquisito le loro conoscenze grazie agli studi effettuati, ma anche l’esperienza nel campo attraverso anni e anni d’insegnamento. Sono persone che quando si sono abilitate erano giovani e che ad oggi possono sicuramente offrire le migliori garanzie di un insegnamento aggiornato ed al passo con i tempi poiché, anche a causa della loro precarietà e dei continui corsi di formazione seguiti, hanno mantenuto il livello più alto possibile di qualità formativa. Il fatto che non siano stati ancora assunti non è assolutamente da attribuire alla posizione in graduatoria poiché, a causa del continuo aumento di abilitati, dei tagli generati dalla “Riforma Gelmini” che ha determinato addirittura esuberi in alcune classi di concorso, neanche coloro i quali erano posizionati ai primi posti delle graduatorie sono riusciti ad accedere al contratto a tempo indeterminato.
Quindi, quale altro ennesimo concorso saprebbe offrire un criterio meritocratico migliore di quello che tanti anni, concorsi e corsi hanno saputo costruire dal 1999 ad oggi? Perché aggiungere altri precari destinati a formare l’ennesima graduatoria, altri giovani precari di oggi che un domani si sentiranno dire che c’è bisogno di rinnovamento?
Il più grande errore commesso negli anni passati è stato quello di abilitare all’insegnamento più persone di quanti posti fosse necessario coprire. Con questo concorso, seppur cercando di far credere in un cambio di rotta del Ministero e seguendo logiche “tecnicamente” incomprensibili,  si continua ad ampliare ancora una volta il numero di precari destinati al triste limbo dell’incertezza derivante dalla continua e sistematica violazione di diritti certi e acquisiti.
Bandire un concorso riservato alla copertura dei posti nelle poche classi di concorso le cui graduatorie sono già esaurite potrebbe essere comprensibile ma prevedere tale procedura per l’intero sistema è sicuramente irrazionale e non risolutivo per i problemi che affliggono la Scuola italiana.
La stabilizzazione del personale docente già inserito nel sistema scolastico, perfettamente formato e garante di quella continuità didattica necessaria ad una coerente e completa formazione del discente; la riduzione del numero degli studenti per classe (ora composte anche di 33 studenti) per consentire al docente una costante attenzione sulle problematiche del singolo. Sono questi i nodi da affrontare per risolvere, o quantomeno affievolire, lenire, le sofferenze causate dalle ferite inferte alla Scuola ormai da troppi anni.  

 Romina Martinelli 

 http://www.youtube.com/watch?v=KIoSI56VdGo&feature=related





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