lunedì 20 febbraio 2012

Grecia, culla di un altro mondo








Vi ho tradotto questo articolo scritto a quattro mani dal mio amico Raoul Vaneigem e da Yannis Youlountas e pubblicato stamattina, in Francia (20-02), su Liberation:                                                      Sergio Ghirardi

Per un sostegno alla lotta del popolo greco e per una liberazione immediata dei manifestanti arrestati.

No, pur se drammatico, quel che sta avvenendo in Grecia non è una catastrofe. Anzi, è una fortuna, perché, per la prima volta, il potere del denaro ha superato allegramente il ritmo finora progressivo, meticoloso e sapientemente organizzato della distruzione del bene pubblico e della dignità umana. E tutto ciò su una terra altrettanto reputata per la sua filosofia di vita, agli antipodi del modello anglosassone, che per la sua resistenza infaticabile alle molteplici oppressioni che hanno tentato di rimetterla al passo. Il greco non danza e non danzerà mai al passo dell’oca né piegando la schiena, qualunque sia il regime che gli viene imposto. Danza levando le braccia al cielo come per prendere il volo verso le stelle. Scrive sui muri quello che amerebbe leggere altrove. Brucia qualche banca quando le banche non gli lasciano più modo di farsi i suoi tradizionali spiedini alla brace. Il greco è vivo quanto è mortifera l’ideologia che lo minaccia. E il greco, anche coperto di botte, finisce sempre per rialzarsi.
Certo, l’Europa della finanza ha voluto dare un esempio, ma con la sua foga nel colpire il paese della zona euro che sembrava più debole, con la sua smisurata violenza ha lasciato cadere la maschera. Ora più che mai, è il momento di additare a tutti il suo vero volto: quello del totalitarismo. Perché di questo si tratta e non c’è che una risposta al totalitarismo: la lotta tenace e senza concessioni fino a battersi se necessario, perché l’esistenza stessa è in gioco.
Noi abbiamo un mondo, una vita, dei valori da difendere. Dovunque, nelle strade, sono i nostri fratelli, le nostre sorelle, i nostri figli, i nostri genitori che sono picchiati sotto i nostri occhi sia pur lontani. Noi soffriamo la fame e il freddo insieme a loro. Tutti i colpi inferti ci feriscono ugualmente. Ogni bambino greco che sviene nel cortile della scuola ci chiama all’indignazione e alla rivolta. Per i greci è venuta l’ora di dire no, ma tocca a noi tutti sostenerli.
Oggi infatti, la Grecia è la punta avanzata della lotta contro il totalitarismo finanziario che ovunque nel mondo distrugge il bene pubblico, minaccia la sopravvivenza quotidiana, propaga la disperazione, la paura e il cretinismo della lotta di tutti contro tutti.
Oltre una rabbia emotiva che si sfoga distruggendo dei simboli dell’oppressione, si sviluppa una collera lucida, quella dei resistenti che rifiutano di lasciarsi spossessare della loro stessa vita a vantaggio delle mafie bancarie e della loro logica del denaro impazzito.
Con le assemblee di democrazia diretta, la disobbedienza civile, il movimento «Non paghiamo più!» e i primi esperimenti di autogestione, sta nascendo una nuova Grecia che rigetta la tirannia mercantile in nome dell’umano. Non sappiamo quanto tempo ci vorrà affinché i popoli si liberino della loro servitù volontaria, ma è certo che di fronte al ridicolo del clientelismo politico, alle democrazie corrotte e al cinismo grottesco dello Stato bankster, non c’è altra scelta - contro ogni affarismo - che curare noi stessi i nostri affari.
La Grecia è il nostro passato. Essa è anche il nostro avvenire. Reinventiamolo insieme a lei!
Nel 2012 siamo tutti greci!

 

venerdì 17 febbraio 2012

Eleftherotypia, il giornale greco in autogestione




«E’ fatta!», grida dalla sua “Tribuna libera” (l’editoriale del giornale), Moissis Litsis, redattore economico e uno dei leader degli scioperanti di Eleftherotypia (Libertà di stampa), uno dei due più grandi quotidiani greci. Da oggi esce in tutta la Grecia con la testata “Lavoratori a Eleftherotypia”, autogestito dagli 800 lavoratori in sciopero e solidali con l’ondata di proteste che scuote il paese. I suoi lavoratori scioperano dal 22 dicembre poiché l’azienda non paga gli stipendi dal mese di agosto. Gli incassi serviranno anzitutto a sostenere la cassa di solidarietà. I lavoratori, di fronte alla richiesta dell’editore di applicare l’articolo 99 del codice fallimentare greco, per proteggere il loro credito complessivo di 7 milioni di salari mai corrisposti, hanno scelto di autogestire il giornale, sostenuti da collettivi e singoli cittadini. Parallelamente alle azioni legali.

La direzione non ha gradito l’impresa degli scioperanti e ha tagliato loro il riscaldamento e il collegamento informatico fino a minacciare ritorsioni gravi. Così il giornale è stato redatto come un foglio clandestino, in una redazione esterna e stampato con l’appoggio del sindacato dei poligrafici. Tuttavia, i lettori, non solo quelli di Eleftherotypia hanno atteso con grande interesse l’uscita di questo esperimento e hanno incoraggiato gli autogestionari sommergendoli di messaggi di solidarietà contro la dittatura del mercato che rende opaca la realtà greca. «Se non ci fosse stato un clima di consenso nella maggior parte dei media – scive Litsis – con la scusa che non ci sarebbe stata alternativa alla firma del primo catastrofico memorandum da parte di Papandreu nel 2010, può darsi che avremmo visto il popolo greco rivoltarsi in tempo per ribaltare una politica catastrofica per tutta l’Europa».
Il caso non è isolato: sono sempre di più le aziende hanno cessato da tempo di pagare i loro lavoratori e virtualmente abbandonate dai propri azionisti in attesa di tempi migliori. Recente il caso dell’ospedale di Kilikis nel centro della Grecia, ormai occupato dal 6 febbraio e autogestito dai suoi lavoratori. Cure garantite finché ci saranno le risorse e decisioni prese nell’assemblea pubblica. In questo contesto, Eleftherotypia prova con l’autogestione a recuperare un ruolo che aveva già svolto nel ’75 quando nacque come “giornale dei suoi redattori” sulla spinta della radicalizzazione che seguì la fine della dittatura dei colonnelli.





Commento di Sergio Ghirardi:

Dopo l'ospedale di Kilikis di cui mi sono premurato, insieme ad altri appassionati della questione sociale, di mettere in rete e diffondere il comunicato di autogestione, il crollo dello Stato greco potrebbe tradursi nella rinascita del popolo greco e aprire a un esperimento di autogestione generalizzata che attende da mezzo secolo di poter abrogare la democrazia spettacolare. Questo sogno è altrettanto realistico che l'incubo della povertà diffusa imposto cinicamente dalle banche e dai capitalisti.
Il paese della prima forma arcaica di democrazia potrebbe diventare il laboratorio moderno di quella democrazia consiliare che dopo l'effimero lampo del movimento delle occupazioni, nel maggio '68 in Francia, è riapparsa nella comunità zapatista e poi nell'Argentina felicemente orfana di Stato, senza mai riuscire, finora, a consolidarsi.
L'illusione di riformare il capitalismo ha funzionato da carota per l'asino produttivista ma oggi la carestia di carote è lampante.
Il tema della democrazia diretta da teorico sta diventando una pratica forse inevitabile per le masse di esclusi in crescita esponenziale.
La Comune d'Europa potrebbe essere il prossimo progetto di un'umanità tornata al centro del progetto sociale.
Val la pena di rifletterci, discuterne... e più se affinità.



mercoledì 15 febbraio 2012

NELLO SPETTACOLO IL VERO È UN MOMENTO DEL FALSO.



Mai come guardando Celentano (sul Fatto che, per fortuna, in Francia la Rai gratis in TV non arriva più mentre Berlusconi, purtroppo, sì, eccome) ho avuto la verifica che NELLO SPETTACOLO il VERO E' UN MOMENTO DEL FALSO.
Tre minuti di bombardamenti e poi arriva Lutero che critica i preti perché non parlano abbastanza di Dio, Una propaganda fidei immonda per una società laica. Quindi perfetta, progressista, addirittura rivoluzionaria per un paese clericale e mafioso.
Il molleggiato è quello stesso profeta, appena invecchiato ma bene, che pretendeva, mentendo spudoratamente, che chi non lavora non fa l'amore; lo stesso che ha anticipato nella via Gluck il tema ecologico come centrale ante litteram.
Questo credente probabilmente sincero e sicuramente tormentato, ricco ma dalla parte dei poveri, oggi difende, con un atteggiamento recuperatore da prete operaio, delle cause giuste che si accumulano nel mondo cinico e mostruoso della società produttivista.
L'assenza di opposizione radicale laica, criminalizzata quanto rarefatta, apre a chi come Celentano è un figlio arricchito del capitalismo etico protestante in ambito cattolico. Celentano è un eretico, l'Italia, come il mondo, ha bisogno di agnostici.
Celentano ama il blues almeno quanto me e non può che essermi individualmente simpatico come un fratello di cui condivido l'umanità sorgiva ma che finisce per misticismo confusionista dall'altra parte della barricata che oppone la lotta per una vera vita in terra alla società dello spettacolo e dei paradisi per l'aldilà. Uno spettacolo che ci lega con la stessa catena a qualunque dio e a qualunque merce.

Che i cattolici trovino in lui un modernismo necessario posso capirlo, ma l'emancipazione comincerà quando Celentano diventerà il consevatore indignato che è, non molto più alto di Pupo. Oppure quando smetterà la propaganda fidei perché anche se denuncia quasi tutto ciò che è effettivamente denunciabile, alla fine del suo spettacolo tutti tornano a casa come se la rivoluzione fosse finita, più sovrani impotenti che mai. E la RAI gattopardo continua le sue messe; e le sue omelie sono sentite distintamente dappertutto da intellettuali e analfabeti, papaveri e papere.

martedì 14 febbraio 2012

SVEGLIA

Monte Amiata

L'UNIONE FA LA FORZA, LA CONSAPEVOLEZZA DOVRA' DIRIGERLA

Vogliamo creare insieme una società differente, che rispetti la natura umana ed il pianeta che ci ospita?
Una società che riconosce il valore della vita, che crei un benessere reale al di là del consumismo, equilibrata ed aggiornata al potenziale del nostro stadio evolutivo?

Una società produttrice di amore, capace di sviluppare sentimenti di solidarietà, di equità; che dia valore alla qualità e non solo alla quantità?

Una società in grado di comprendere il valore dello scambio, della diversità, capace di mettersi in discussione, che si interroghi sul significato dell'esistenza?

Una società dove si ha tempo per vivere, creare, crescere, socializzare in modo significativo e coltivare la propria interiorità?

È POSSIBILE:

creare un nuova società, fondata su stili di vita diversi da quelli attualmente imposti da mostri come banche , multinazionali, istituzioni marcite e corrotte, logge massoniche segrete e amici loro.
Lo possiamo ottenere solo incontrandoci, unendo idee risorse e forze, per costruirci da soli un'alternativa.

STA  ACCADENDO:



le basi ci sono già. La risposta è globale, gli esempi tutti intorno a noi. Si sta lavorando alla nascita della nuova epoca della storia umana, fondata sul rispetto reciproco e sull’auto-sostentamento, iniziando dalla realtà locale in cui si vive.

VIVERE PER CREARE FELICITA' ED ABBONDANZA PER TUTTI

Una protesta senza rabbia, operosa, dove si creano energie ad impatto zero. Soluzioni ai grandi drammi, attraverso piccoli passi diretti verso una vita semplice ed eco-sostenibile, arricchita magari da tutte quelle cose che oggi sappiamo in più, gestite consapevolmente.

                                          Manifesto:   


SVEGLIA NON È REGISTRATO PERCHÈ NON È UN GIORNALE. SONO SOLO IDEE SCRITTE PER USO PRIVATO, EVENTUALMENTE FOTOCOPIATE E FATTE CIRCOLARE DA  CHI  HA RITENUTO UTILE (IN SUA AUTONOMIA)  FAR CONOSCERE A PERSONE CARE.

CHIUNQUE PUÒ EDITARE SVEGLIA A CASA SUA PER CONTO SUO, SARANNO POI LE IDEE  PIÙ INTERESSANTI AD ESSERE RIPRODOTTE E DIFFUSE DAI LETTORI STESSI.

GLI ARTICOLI DI SVEGLIA NON CONTENGONO MESSAGGI INNEGGIANTI AD AZIONI VIOLENTE CHE POSSONO METTERE IN PERICOLO LA VITA PUR SOLO LIEVEMENTE DI ALCUN ESSERE SENSIENTE.
LO SCOPO DI SVEGLIA SONO LA TUTELA E IL PROGRESSO POSITIVO
DI TUTTO CIÒ CHE È TERRESTRE.
NEL CASO DOVESTE INCONTRARE UNA COPIA NON RIPORTANTE QUESTA DICITURA, O CONTENENTE QUALUNQUE COSA CONTRARIA A QUESTO PRINCIPIO, SIETE DI FRONTE AD UNA COPIA FALSA: NON FATELA CIRCOLARE.
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SVEGLIA 1 / 4 data stampa originale 01-02-12
SVEGLIA
LE CONNESSIONI FRA PERSONE SPAVENTANO IL POTERE

Quanti bar ci sono sul monte Amiata?
Quanti sono invece i circoli, centri sociali, spazi per fare corsi, laboratori, ecc?
Quanti spazi pubblici chiusi o concessi solo saltuariamente e ad uso esclusivo di pochi ?
Quanti progetti proposti alle amministrazioni non sono stati considerati?
A chi conviene tutto questo?
È giusto che i giovani restino prede della noia, dell’alcool e della superficialità?
Che non abbiano gli spazi per conoscere, riunirsi, sviluppare interessi e risorse personali ?

IL CASO DEL CENTRO POLIVALENTE DI SARAGIOLO
Piancastagnaio – (…) E’ giunto in questi giorni da parte dell’ufficio tecnico comunale – area urbanistica e edilizia privata – l’ordine di demolire la struttura polivalente posta nella frazione di Saragiolo, in quanto abusiva. (…) La struttura è oggi completata, dopo un’attesa di circa un decennio da parte dei residenti, è opera voluta dai residenti come punto di riferimento e aggregazione per le attività della loro comunità. (…) la struttura sembrava prossima all’inaugurazione tanto che in essa mancano soltanto l’arredamento e piccoli interventi di rifinitura. (…)Un’opera del comune per la quale lo stesso ente pubblico ne ordina la demolizione. Gli illeciti edilizi (…) riguardano l’assenza del permesso a costruire, certe difformità dell’opera ed autorizzazioni relative sia al vincolo idrogeologico, sia a quello paesaggistico. Situazione in se paradossale e assurda, aggravata di fatto dallo spreco immane di denaro pubblico, non solo per la inutile realizzazione dell’opera, quanto per il suo abbattimento. (…) Nel mese di febbraio 2011 il sindaco aveva incontrato i cittadini di Saragiolo e li aveva informati sullo stato dei lavori che erano ormai in dirittura d’arrivo (…) aveva accennato alla necessità di individuare le modalità di gestione da concordare con le organizzazioni presenti nella comunità. La struttura non doveva consistere in un mero contenitore, ma diventare “momento e luogo effettivo di migliorare socialità degli abitanti di Saragiolo”. (…) Ora però quel “centro”, così a lungo atteso e desiderato, prossimo alla inaugurazione, rischia di essere abbattuto e scomparire.                                                                                                                                  Fonte: Corriere di Siena – Amiata del 12/10/2011 pag. 15, l’articolo completo è visibile anche su internet.Questo del Saragiolo è solo uno dei moltissimi spazi disponibili sull'Amiata non utilizzati. Quasi ogni paese ha la sua storia di circoli chiusi e locali notturni che devono staccare la musica a mezzanotte. Perchè se qualcuno disturba la quiete pubblica, o compie atti vandalici, al di fuori di un pub (o di una stanza autogestita) le strutture vengono multate o addirittura fatte chiudere, ma se il solito soggetto compie le stesse gesta all'esterno di una banca, o di un supermercato, puniscono solo il colpevole come è giusto che sia?    Dobbiamo riprenderci la montagna, viverla e renderla vitale. Servono presa di coscienza ed azione. Adesso.    
 

GEOTERMIA E INQUINAMENTO DI ACQUA E ARIA: A CHE PUNTO SIAMO?
 

“Monte Amiata: Arcidosso frena sulla geotermia.”                    Il Comune di Arcidosso, il cui territorio sarà coinvolto dall'attivazione della centrale ENEL Bagnore 4 (a causa delle correnti d’aria i fumi la colpirebbero direttamente), ha deciso di porre momentaneamente un freno alla costruzione immediata di nuove centrali geotermiche amiatine.   Il motivo?                          "CI SONO LE CIFRE CHE PARLANO, PERCENTUALI PIÙ CHE SOSPETTE DI MORTI IN PIÙ.”    Forse  l’hanno capita. Forse davvero stanno prendendo in considerazione i rischi di una Geotermia realizzata in questo modo da Enel, con scavi troppo profondi che creano un riversamento di metalli pesanti e radioattivi nelle falde acquifere e senza il costante utilizzo dei filtri abbattitori che riducono l’inquinamento dell’aria. Questa modalità tutela solo gli interessi della multinazionale PENEL, ma non quelli degli Amiatini, tanto meno la loro salute.            Con una Geotermia a bassa entalpia a ciclo binario si potrebbero riscaldare a costi irrisori tutte le case della montagna senza inquinare.                       La Geotermia è una risorsa energetica Amiatina sicuramente è da utilizzare, ma può avere senso solo se fatta in un modo eco-sostenibile, nel rispetto della salute di tutti gli abitanti.                                                                                                                                                                                             SVEGLIA 2/4
SVEGLIA
LE MULTINAZIONALI DI PROFITTO SONO IL PROBLEMA



SPRECO DI CIBO ED ENERGIA.
INTANTO SI MUORE ANCORA DI FAME
E DI  INQUINAMENTO
 


Si stima che in tutto il mondo il 40% del cibo che si produce finisce nella spazzatura. Nel mondo muore un bambino di fame ogni 4 secondi.
Per produrre, confezionare e distribuire cibo è necessaria molta energia. Per produrre energia si inquina l’ambiente.
In Italia lo spreco annuo di prodotti alimentari ancora perfettamente consumabili ammonta a 6 milioni di tonnellate pari ad un valore di mercato di oltre 46 miliardi di  €uro (fonte: ANSA). Ogni giorno finiscono in discarica o all’incenerimento oltre 16  mila tonnellate di alimenti. Si potrebbero sfamare costantemente (e risparmiando sullo smaltimento) più di 44 milioni di persone con tre pasti al giorno (ANSA).
I supermercati sono obbligati per “legge” a mettere il cibo non venduto o che si avvicina alla cosiddetta data di scadenza e gettarli nei contenitori dei rifiuti. Se questa è civiltà…
FREEGAN è colui o colei che per motivi etici ed ecologici ha fatto una scelta: riempire frigorifero e dispensa servendosi degli "scarti”.
Enel Cuore, l’Associazione di utilità sociale senza fine di lucro (Onlus) di Enel il cui scopo è sostenere iniziative di solidarietà verso persone svantaggiate, ha scelto di essere al fianco del CE.D.I.S., la cooperativa della Diocesi di Bari-Bitonto che ogni giorno opera per l’integrazione tra normodotati e disabili. Un dono concreto: due pulmini, adeguatamente attrezzati, destinati al trasporto di disabili. La consegna delle chiavi avverrà domani, giovedì 29 settembre, alle ore 12,00 presso la sede del CE.D.I.S., nei locali della Fondazione Beniamino Lorusso Cipparoli tra: Gianluca Comin, Consigliere Delegato di Enel Cuore e Direttore Comunicazione di Enel e S. E. Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo della Diocesi di Bari-Bitonto. (ARTICOLO REALE TRATTO DA enelsharing.enel.com).                                                                                                                                                                                                                              Iene S.p.A. regala due pulmini alla diocesi di Bari con un iniziativa chiamata “un tetto per tutti”, ma contemporaneamente in Guatemala sta evacuando un'intera valle che sarà allagata per creare un'enorme diga “GREEN ENERGY”. Inghiottiranno letteralmente 32 comunità maya senza devolvergli nessun compenso. Ovviamente le comunità indegene hanno cercato il colloquio con la multinazionale:                              ENEL (Green Power) e l’ambasciata italiana si rifiutano di dialogare con la comunità di San Felipe Chenla. L’ambasciata italiana ed i dirigenti di ENEL si sono rifiutati di visitare la comunità ixiles nonostante abbiano ricevuto vari inviti, ed al contrario  hanno rivolto minacce e intimidazioni di vario tipo contro le comunità indigene locali e contro persone che promuovono il rispetto e difendono i diritti umani fondamentali ed i diritti collettivi dei popoli indigeni. (…)  Vale a dire che non solo il governo del Guatemala, ma anche il nostro paese, l’Italia, tutti noi, saremo responsabili di quanto è accaduto oggi e di quanto accadrà nei prossimi giorni nelle montagne del Quiché. Tutti i detenuti politici, i bambini e le donne, gli uomini, ancora una volta terrorizzati dalla violenza militare, tutte le persone ferite, picchiate o uccise nei prossimi giorni nelle montagne del Quiché saranno detenute, terrorizzate, ferite, picchiate o uccise per colpa delle Iene.” (ildemocratico.com)                           Migliaia di persone non perderanno solo la casa, ma tutto ciò che sempre gli ha circondati in cambio di botte e prigione. Nel nome della Green Energy, del progresso e della prepotenza che contraddistingue Enel.       Iene cuore, Beneficenza un cazzo. Rifiutate Enel. È sporca di sangue ed ingiustizia.                                                                                                                                                                             SVEGLIA 3/4
SVEGLIA
NIENTE PADRONI A CASA MIA

Enel Green Power, la società Enel specializzata nelle fonti rinnovabili, è  entrata in qualità di socio fondatore della Desertec Industrial Initiative. Cos'è? Si tratta di una rete di centrali produttrici d'energia “verde” che si prefigge produrre il 15% della richiesta europea. In pratica monteranno distese di pannelli solari in Africa ed al sud Italia, mega pale eoliche dal sud del Marocco alla Svezia. La ciliegina sulla torta la rappresentano le centrali geotermiche in Islanda, Spagna, Turchia ed Italia: fra cui Monte Amiata: Bagnore 4.
Che meraviglia, energia pulita e a basso costo per Penel.

A CHI APPARTENGONO DI DIRITTO QUESTE RISORSE E CHI DOVREBBE GESTIRLE?
Per l'Amiata il problema è molto simile a quello del Guatemala. Le Iene (che sono una società privata solo in parte statale) arrivano, sfruttano la risorsa come desiderano ed in cambio offrono solo un paesaggio deturpato,  un sistema economico (qua il turismo è qualcosa di importante) ecologico e sociale in crisi e bollette da pagare. Vi sembra giusto?
La geotermia è una risorsa di questa montagna non dovrebbero essere i sui abitanti a gestirla e goderne i benefici sia pratici che economici?
“La geotermia in Italia è sfruttata in Toscana, una sorta di 'Texas' italiano, dove al posto dei pozzi di petrolio ci sono giacimenti geotermici che valgono oltre 300 miliardi di euro. Con il vapore estratto dal suolo si potrebbero produrre oltre 5 mila miliardi di kilowattora, una quantita' sufficiente per soddisfare circa 70 anni di consumi elettrici nazionali.” (Fonte: energoclub.it Dati: ANSA)

Provate ad immaginare un attimo se tutti o anche solo un 20% dei ricavati  delle centrali anziché finire in Austria, Svizzera o chissà su quali conti correnti, fossero riparti fra gli abitanti e le amministrazioni locali.
Saremo tutti ricchi. Straricchi. Potremo permetterci mezzi di trasporto pubblico efficienti, non inquinanti e gratuiti, le proprietà immobiliari dotate di elettricità ed acqua calda gratuite triplicherebbero o più il loro valore  in un brevissimo lasso di tempo, i comuni avrebbero tutti i fondi per gestire le aree pubbliche e si potrebbero permettere lussi oggi impensabili, le attività commerciali rifiorirebbero e molto altro. Insomma sarebbe la fine della crisi, un accesso diretto ad uno dei periodi più floridi della storia locale.

NON DOBBIAMO DIRE NO ALLA GEOTERMIA, MA AD ENEL.
Un secco no e cacciarli a calci nel culo. Perchè le Iene non sono che avide mangiatrici di carogne. La loro politica è far marcire per poter divorare in pace, evitando eventuali ribellioni del loro pasto.
Noi siamo come la preda che è appena caduta al suolo. Nostro imperativo rialzarci immediatamente. Dimenandoci se necessario, e correre sicuri verso la nostra strada. Se non lo faremo, semplicemente non ci saremo più. L'Amiata diverrà una terra triste e disabitata com'è  già successo nella montagnola senese fino a Larderello. Andate un  a vedere se non ci siete mai stati. Solo tubi e soffioni puzzolenti, nient'altro. Strade dismesse, niente agriturismi, quasi nessun turista, pochissimi abitanti, paesi interi abbandonati.
COME EVITARLO?
I veri proprietari della montagna, cioè gli amiatini con l'aiuto dei residenti delle province vicine devono unirsi in un consorzio popolare, togliere le centrali alle Iene e gestirle per conto loro. Il fine sarà quello di ricavare il denaro necessario per aggiornarle. Questo perchè a noi non serve una centrale più grande (come Bagnore4) e non servono le attuali centrali, vecchie obsolete ed inquinanti, di Penel.
A noi serve microgeotermia a ciclo binario pulito.
Non è utile che le nostre risorse vengano gestite da sconosciuti al solo scopo di produrre soldi facili e potere. Abbiamo bisogno di gestirle noi diretti interessati, al fine di produrre benessere per chi ci vive vicino, nel rispetto della terra che amiamo.
Quindi senesi e grossetani riuniamoci, facciamo la voce grossa da bravi toscani (gli acquisiti contano uguale), scacciamo le Iene, riprendiamoci ciò che è nostro e gestiamolo da uomini (e donne) che non hanno bisogno di nessuno che gli dica come fare. Sveglia. Ad incazzarci davvero e liberarci delle Iene  una volta per tutte c'è solo da guadagnarci.
 SVEGLIA 3/4