giovedì 31 gennaio 2013

Fukushima: il CNRS francese tace la verità e addomestica le masse


abbiamo il loro capo...

Traduzione in italiano di Sergio Ghirardi che sottoscrive in toto.


Il CNRS (Centro Nazionale della Ricerca Scientifica è in Francia un organismo pubblico di ricerca) ha reso accessibile il 7 gennaio un dossier scientifico multimediale sull’energia nucleare destinato al grande pubblico. Ricercatore al CNRS in Giappone, dove lavoro sulle modalità della protezione umana nel contesto del disastro di Fukushima, tengo a dissociarmi dai propositi tenuti in questa “animazione” destinata all’addomesticamento delle masse e a tacere la vera situazione a Fukushima.

In questo dossier “scientifico” con disegni animati, le affermazioni sprovviste d’argomentazione e dal tono di evidenze indiscutibili sono legioni. Così vi si certifica che:

“Il nucleare è un investimento politico di lungo termine che impone decisioni su parecchi decenni, difficili da rimettere in discussione anche dopo un incidente nucleare maggiore come quello di Fukushima.”

Si apprende anche che:

“Il rapporto dell’Organizzazione mondiale della salute (OMS) e dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (AIEA) sulla catastrofe di Chernobyl, apparso nel 2005 sotto l’egida delle Nazioni Unite, ha valutato il numero di decessi di vittime immediate dell’incidente a meno di 50 e a 2200 quello dell’eccesso di decessi dovuti all’esposizione alla radioattività dei 200.000 liquidatori più esposti.”

Delle stime discusse e discutibili

Ricordiamo che tali stime sono state contestate dall’Union of Concerned Scientists (che annuncia 25000 morti), o dall’Accademia delle scienze di New York (che ne annuncia tra 211000 e 245000, 15 anni dopo la catastrofe).
In Ucraina, un rapporto di governo del 2011 rende conto di 2 milioni e 254471 persone colpite dal disastro di Chernobyl, tra cui 498409 bambini. Tra il 1992 e il 2009, tra i bambini ucraini, le malattie endocrine si sono moltiplicate di undici virgola sei volte, le patologie dell’apparecchio locomotore del cinque e tre, le malattie del sistema gastrointestinale del cinque, le malattie cardiovascolari e gli scompensi del sistema urogenitale di tre virgola sei volte.
La proporzione di bambini colpiti da malattie croniche è passato dal 21% al 78% e sui 13136 bambini nati dai liquidatori di Chernobyl del 1986-87, 10% presentavano delle malformazioni congenite alla nascita.

Parodia di “neutralità scientifica”

Del resto, costituendo le Nazioni Unite, manifestamente, l’unica fonte accreditata dai controllori scientifici del CNRS, perché questi ultimi non si riferiscono al rapporto radio negazionista del 2011 dell’United Nations Scientific Committee on the Effects of Atomic Radiation (UNSCEAR)?

Questi dà atto in tutto e per tutto di 62 morti -15 morti per tumore della tiroide e 47 morti tra i soccorsi d’urgenza - collegabili con l’irradiazione dovuta alla catastrofe di Chernobyl.

Dare atto di qualche nocività radio indotta supplementare, infatti, non può che servire alla deplorevole parodia di “neutralità scientifica” alla quale si abbandonano in concubinaggio con i loro “soci” (CEA-Commissariato all’energia atomica, ANDRA-Agenzia nazionale per la gestione delle scorie radioattive, IRNS-Istituto di radioprotezione e di sicurezza nucleare, EDF, AREVA).

“Addomesticare le masse”

A Fukushima, secondo lo stesso dossier, “è stata delimitata una zona rossa di 20 Km nella quale il governo lavora al disinquinamento: nessuno sa quando i circa 110000 abitanti saranno autorizzati a rientrare”, senza la minima menzione delle vaste zone inabitabili situate a 40km dalla centrale e ben oltre, senza neppure ricordare che il criterio di definizione della zona di migrazione obbligata è stato fissato a 20 milli sieverts per anno, cioè quattro volte di più che à Chernobyl e venti volte la norma internazionale d’inammissibilità.

La famosa “non imposizione dei valori” alla quale faceva riferimento Max Weber nella conferenza del 1917, “La scienza, professione e vocazione” (tanto cara ad alcuni ricercatori del CNRS che recentemente riuniti in colloquio la rivendicavano ancora) non si è affatto imposta nell’elaborazione di questo dossier sul nucleare, destinato piuttosto, come direbbe lo stesso Weber, ad “addomesticare le masse”.

Quel che toccava al dossier del CNRS di stabilire riguardo al disastro di Fukushima, e che i suoi esecutori accademici hanno scelto di non dire, desidero dirlo oggi dopo quasi due anni di lavoro sul posto.

Fukushima: i silenzi del CNRS

Il disastro di Fukushima consiste in una diffusione di Cesio 137 nell’atmosfera 500 volte più importante di Hiroshima, secondo il fisico artigiano del nucleare giapponese Anzai Ikuri. Si tratta anche, secondo il Norwegian Institute of Air Research, della più grande emissione di gas raro Xenon conosciuta al di fuori degli esperimenti nucleari: più di due volte le emissioni dello stesso gas a Chernobyl. Secondo TEPCO (gestore delle centrali nucleari), c’è oggi un’attività di 10 milioni di bequerels fuoriusciti ogni ora, in provenienza dalla sorgente Fukushima Daiichi.

Un terzo della provincia di Fukushima è contaminata a un tasso superiore a 37000 bequerels al metro quadro (per il solo cesio 137), mentre almeno tredici province sono contaminate per un 8, 10 % del territorio giapponese.

Ci sono 1532 barre di combustibile di 300 kg e di quattro metri di lunghezza ciascuna, stoccate nella piscina del reattore n°4, al quinto piano di un edificio che minaccia di crollare  alla prima scossa, suscitando questo laconico commento del Pr. Hiroaki Koide, specialista dei reattori all’università di Kyoto: “Sarebbe la fine”.

Il 4 gennaio 2013, il Pr. Koide riconosce in un colloquio che ci ha concesso che “esiste un margine di manovra poiché, secondo TEPCO, se la piscina del quarto reattore crollasse, o anche se fuoriuscisse tutta l’acqua di raffreddamento, finché non si modifica la disposizione delle barre la temperatura può salire fino a 170° C”.

200000 abitanti di Fukushima che non possono partire

Il disastro di Fukushima si traduce in 24000 impiegati che hanno lavorato in loco dal marzo 2011, dei quali solo il 3,7% possono beneficiare di un esame di controllo dell’affezione cancerogena proposto dalle autorità e da Tepco. Si traduce nel fatto che sui due milioni di abitanti della provincia, solo 100000 rifugiati del nucleare sono emigrati all’interno della provincia e altri 63000 l’hanno abbandonata.

Nel fatto che solo il 10% dei bambini della provincia sono stati portati altrove. Che solo un terzo dei 300000 abitanti della città di Fukushima che volevano partire hanno potuto farlo. Il disastro emerge negli incentivi al ritorno promossi dal governo per incitare i rifugiati a tornare nelle zone purtuttavia identificate come contaminate e nella soppressione, a partire dal dicembre 2012, della gratuità degli alloggi pubblici per i nuovi rifugiati fuori dalla provincia.

Il disastro di Fukushima è la messa in funzione della più grande inchiesta sanitaria sugli effetti delle radiazioni mai concepita, che permetterà di raccogliere, da ora al 2014 e su un periodo di trent’anni, i dati relativi agli abitanti della provincia, di cui 360000 bambini, con l’obiettivo, per l’equipe in carica, di “calmare l’inquietudine della popolazione” e di “stabilire un record scientifico”.

Sugli 80000 bambini esaminati per la tiroide, 39% presentano dei noduli di meno di 20 mm e delle chisti di meno di 5 mm di spessore. Un primo caso di tumore della tiroide è stato ufficialmente dichiarato in un bambino di meno di 18 anni il martedì 11 settembre 2012.

“La gente guarda altrove”

Il disastro di Fukushima è quell’abitante della città di Fukushima che ci ha dichiarato, in un’intervista del novembre 2012, che il ghetto di Varsavia e le zone contaminate di Fukushima sono la stessa cosa:

La gente di fuori sa di trovarsi nell’anticamera del campo della morte, guarda altrove e continua a certificare che il nucleare è insostituibile.”

Ecco la “protezione” messa in atto a Fukushima che non suscita altro che silenzio nel dossier nucleare del CNRS. “L’ignoranza è la forza” diceva Orwell. In questa situazione di crollo della coscienza umana, di grande inversione dove il disastro è negato nelle sue conseguenze negative per essere trsasformato in opportunità d’affari in un clima morboso a cui ognuno è sommato di sottomettersi, la presa di posizione in favore della vita è diventato un programma rivoluzionario.

Accorciare il periodo di nocività dei managers delle apparenze, denunciare l’insieme degli interessi che governano la degradazione del tutto, ingannare gli ingannatori, rovesciare gli invertitori, evacuare gli evacuatori: ecco quel mi sembra dover “cercare” di fare un ricercatore del CNRS.

Non accontentarsi di un ingaggio, miserabile variante della messa in servizio del nucleare qui attestata dalla mobilitazione degli scienziati da caserma, ma, di fronte agli atti irragionevoli dei produttori d’ignoranza e al disumanizzarsi che essi promuovono, fare prova di un’arrabbiatura autentica.

Thierry Ribault, Economista al CNRS

martedì 29 gennaio 2013

INGLORIOUS BASTARDS



guerra mali



Rifiuto da sempre, intimamente, il manicheismo cinico e reazionario della società dello spettacolo che chiede ai suoi spettatori di schierarsi con i liberatori prezzolati dell’imperialismo capitalista, pronti a guerre umanitarie che mirano soprattutto a petrolio, miniere d’uranio e affini, oppure opporsi stoicamente di fronte al televisore, con tipica logica paranoica stalinista, a qualunque intervento per bloccare delle bande di oscurantisti bigotti che stuprano e impongono il totalitarismo, religioso o politico che sia. Per gli spettatori di quel videogioco mortifero che è diventato il capitalismo gli individui reali possono crepare a milioni purché l’ideologia vinca e il denaro circoli.
Si può, invece (e per questo vi ho tradotto quest’articolo di cui apprezzo l’essenziale, salvo la gentilezza formale dei toni verso il potere e la democrazia spettacolare),senza dio e senza oscene genuflessioni ai padroni di un mondo libero che non esiste, puntare il dito sulle mostruosità reali fatte pagare a popolazioni che non vogliono né stupri, né tagli di mani, né l’inquinamento nucleare per l’eternità.
Tutti hanno diritto a una vita degna di questo nome contro tutti gli inglorious bastards di tutti gli eserciti e di tutte le ideologie.
Sergio Ghirardi

Monsieur le Président….


LAMIREAU Thierry                                                         RUMILLY, le 24 Janvier 2013
6 bis, route de la FULY
74150 RUMILLY
Tél: 06 32 18 94 37
Regista del film “URANIUM EN LIMOUSIN”

LETTERA APERTA
Raccomandata con ricevuta di ritorno


                                                                                                                
A M.François HOLLANDE, Présidente della Répubblica francese
Palais de l’Elysée, 55-57, rue du Faubourg Saint-Honoré,75008 PARIS


Oggetto : non utilizzo, distruzione e interdizione delle armi a uranio impoverito da parte dello Stato francese

Monsieur,

Lei ha scelto, recentemente di far intervenire i diversi corpi dell’esercito francese sul territorio del Mali. Mi permetta, per l’occasione, di inviarle questa LETTERA APERTA.

Regista del film Uranium en Limousin ma anche insegnante in Haute-Savoie tra i bambini della scuola materna, mi permetta di indicarle che resto molto sensibile a tutto quello che riguarda i diritti dell’uomo e più generalmrente l’integrità umana.
In effetti, la Francia, gli Stati Uniti e qualcun altro utilizzano nei conflitti (per esempio attraverso gli interventi della NATO, i mandati dell’ONU o in nome dei paesi suddetti) diverse armi dette “munizioni freccia” all’uranio impoverito. Certi velivoli (caccia, elicotteri d’attacco e anche certi blindati) hanno dunque usato questo tipo di armi sul suolo della ex-Jugoslavia, in Bosnia,, in Serbia, in Kosovo, in Afghanistan, in Irak, in Libia, in Libano ecc.
In Mali, in suo nome, la Francia ha déciso d’inviare, tra l’altro dei MIRAGE 2000, dei RAFALE, degli elicotteri TIGRE et certi blindati.
Per una distruzione più rapida ed “efficace” questi apparecchi utilizzano le “munizioni freccia” all’uranio “impoverito”.
Stranamente, i mass media non possono testimoniare sulle azioni dell’esercito francese, in particolare nel nord del Mali.
Una delle ragioni di questa omertà è con tutta certezza l’utilizzo delle armi a uranio “impoverito” da parte dei velivoli francesi.
La mia esperienza d’analisi d’immagini rare presentate qui e là mi porta appunto a sostenere questa tesi.
Così, quest’utilizzo di armi nucleari si è banalizzata nell’indifferenza generale.
L’uranio metallico incluso nel penetratore di queste armi è, per così dire, la balestra dei tempi moderni.
L’uranio “impoverito” è più denso del piombo e per questo anziché attraversare un carro ne trapassa due o penetra in edifici di cemento a profondità molto più importanti.
Dopo il lancio del proiettile, lo zocolo si apre liberando il penetratore a una velocità supersonica di 1700 metri al secondo.
A una tale velocità, l’impatto è quello di un sasso nell’acqua, dove la corazza dell’obiettivo preso di mira recita il ruolo dell’acqua e la freccia dell’arma quella del sasso.

Cinquanta paesi circa, tra cui la Francia, detengono o fabbricano (e possono dunque utilizzare) delle munizioni contenenti dell’uranio “impoverito”.
Questi paesi affermano che “l’utilizzazione di queste munizioni si giustifica sul piano militare perché sono più efficaci di quelle al tungsteno che è l’altra opzione principale, per penetrare nei blindati o nel cemento”. (Ministero della Difesa 2001, Memorandum : Gulf War Illnesses, présenté au Defence Select Committee de la Chambre des Communes, le 26 avril 2001, Londres, HMSO, P.37. Department of the Air Force, Headquarters United States Air Force).
Aggiungiamo che l’uranio “impoverito” costa meno del tungsteno e che è più largamente disponibile.
Inoltre, la densità e la velocità di queste armi permettono ai piloti che le lanciano di trovarsi più lontano dall’obiettivo al momento del lancio, il che aumenta la loro sicurezza (Per uno studio sull’interesse militare dell’uranio“impoverito”, vedere Carnaham, 2008).

Queste armi hanno, però, altri effetti ancor più devastatori e per tempi più lunghi.
L’entrata brutale nel bersaglio comporta una pressione terribile capace di far saltare la parte alta di un carro armato come un tappo di champagne. Inoltre, la velocità e il contatto tra i due materiali (quello dell’arma e del bersaglio) scatenano un enorme calore irradiante il cui effetto distruttore s’aggiunge ai precedenti.
L’uranio, infine, è un materiale fosforico che prende, cioè, fuoco a contatto dell’aria. L’uranio si ossida così in fretta che prende fuoco liberando, in sito, diverse particelle radioattive e chimiche.
Ho tratto queste informazioni da un documento della Nato datato del 25 agosto 1992 (Document AC/258-D/425).
Vi si legge anche che “un deposito importante di polvere d’uranio dell’ordine di qualche g/m2, può avere un effetto tossico sulle piante e sul bestiame al pascolo. Il deposito di uranio “impoverito” potrebbe allora finire per essere ingerito dall’uomo qualora la contaminazione arrivasse alla catena alimentare.
Il tasso di conversione dell’uranio “impoverito” metallico in ossido, sotto forma di particelle di un formato potenzialmente respirabile (molto piccole) è molto più importante (da 10 a 1000 volte) in caso d’esplosione che in caso d’incendio. Inoltre delle schegge di uranio “impoverito” in fiamme possono essere proiettate a distanza considerevole, creando delle fonti secondarie di fumo d’uranio “impoverito” e di contaminazione della superficie”.
I paesi limitrofi alle regioni bombardate non sono stati risparmiati dalla ricaduta delle particelle radioattive e chimiche…come il Koweït, l’Arabia Saudita, l’Iran, delle régioni dell’Albania, della Macedonia, della Grecia, del Pakistan, per non citarne altre.
Esiste dunque un inquinamento dei suoli, delle acque e dell’aria per diversi miliardi di anni, il che provoca importanti problemi di morbosità (numerose malattie indotte), di mortalità e d’apparizione di malformazioni congenite mostruose poiché il Dna è intaccato, producendo dinque una trasmissione alle generazioni seguenti.

L’uranio “impoverito” è una scoria nucleare riciclata dai paesi utilizzatori come una munizione classica.
Si tratta di una scoria radioattiva derivata dall’arricchimento dell’uranio destinato ai reattori nucleari civili e militari.
Contiene circa 0,2% d’uranio 235 et 99,75% d’uranio 238 la cui vita media (periodo) è di 4,5 miliardi di anni (l’età della terra!). Lo chiamano “impoverito” perché la sua attività è di 40% inferiore a quella dell’uranio naturale…il che non significa affatto che sia meno pericoloso!
Bisogna infatti ricordare che l’uranio “impoverito” utilizzato negli armamenti è mescolato con dell’uranio tratto dalle fabbriche di ritrattamento che contiene prodotti di fissione altamente radioattivi come l’uranio 236, il plutonio 238 e 239, il tecnezio 99 ou il rutenio 106 che potenzializzano di fatto la sua nocività.

Il mito della guerra pulita è andato a quel paese…se mi permette… tanto per i popoli autoctoni che per i militari e i giornalisti avvicinatisi troppo all’inquinamento di queste armi.
L’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (AIEA) prevede del resto un surplus di mezzo milione di morti solo per l’Irak !

Siamo di fronte a una violazione delle regole internazionali di radioprotezione.
Secondo il Diritto Internazionale sul controllo degli armamenti, le armi all’uranio “impoverito” sono illegali (Convenzione de LA HAYE del 1899 e 1907, di GINEVRA del 1925 e 1949, Carta di NORIMBERGA del 1945, Convenzione delle Nazioni Unite del 10 ottobre 1980 detta “Convenzione delle armi disumane”) per le ragioni succitate.
”Nella maggior parte dei rapporti ufficiali, la questione del rispetto della regolamentazione e delle norme di radioprotezione è totalmente elusa. Ugualmente, il termine di ”scorie radioattive” e le prescrizioni che vi si rapportano sono tabù. Tuttavia, si tratta della terminologia appropriata per descrivere gli obici e le munizioni all’uranio “impoverito” dispersi nell’ambiente”. (Documento della CRIIRAD, Corinne Castanier et Bruno Chareyron).
La disinformazione che presenta l’uranio “impoverito” come un prodotto anodino, permette ai paesi come la Francia di sottrarsi alla responsabilità dei costi di decontaminazione ma soprattutto di banalizzare, nell’indifferenza generale, l’uso di tali armi nei conflitti, condannando per l’eternità delle popolazioni civili innocenti.

Mettiamo fine al massacro sotto la copertura dell’OMS e dell’ONU !
L’utilizzo di queste armi all’uranio “impoverito” è un CRIMINE CONTRO L’UMANITÀ!

Purtroppo esiste di peggio della follia fanatica di un individuo come, per esempio, quella di un Mohamed MERAH…C’è la follia omicida degli Stati come la Francia e molti altri.

Gli sforzi di disarmo hanno registrato, nel corso degli anni dei notevoli successi …anche se tutte le armi dovrebbero essere vietate!
Tali iniziative non erano totalmente aleatorie, miravano generalmente a neutralizzare e a ritirare dalla circolazione delle armi in grado di infrangere il diritto dei conflitti armati.

Gli Stati hanno vietato le armi chimiche nel 1993, poi le armi a laser accecanti nel 1995 e le mine antiuomo nel 1997.
La campagna di disarmo più recente ha condotto al divieto delle armi a sotto munizioni (per i paesi che aderiscono alla Convenzione sulle armi a sotto minizioni del 2008).
Quali nuove armi dovrebbero fare l’oggetto di un prossimo trattato di interdizione?
Molti pensano che dovrebbe toccare alle armi all’uranio “impoverito”!

Lei è il Presidente della Repubblica Francese.
Lei ha deciso di ingaggiare le forze francesi in un conflitto in Mali utilizzando dei velivoli che consumano “munizioni freccia” all’uranio “impoverito”.
Vorrei dunque conoscere il Suo impegno su questo grave problema…molto più importante di quello posto da un individuo fanatico poiché riguarda l’impegno morale della nostra nazione di fronte al popolo francese e alle nazioni del pianeta come nel Mali.
Lei s’impegna a interrompere, distruggere e vietare l’uso delle armi all’uranio “impoverito” e a operare alacremente presso le istanze internazionali come l’ONU affinché queste munizioni siano definitivamente vietate in tutti i conflitti del pianeta?

Esprimendole in anticipo la mia più grande gratitudine, la prego di ricevere, Monsieur le President della repubblica, l’omaggio del mio profondo rispetto.



Thierry LAMIREAU


lunedì 28 gennaio 2013

ITE MISSA EST



 

commentando:

Il viaggio diGrillo, Fo, Casaleggio. E il “guru” disse: “Leader? Paroladel passato” Dal FQ del 28-1-2013

Aldilà dello spettacolo elettorale il nodo della situazione è che siamo di fronte a una mutazione antropologica imprescindibile, salvo collasso della biosfera e delle scimmie che abitano il nostro disgraziato pianeta. 
Il mutamento in atto oscilla tra la catastrofe e la rivoluzione sociale strisciante che da mezzo secolo crepa la civiltà del lavoro in declino; non si può, tuttavia, descriverlo con le parole del mondo che muore perché il concetto di democrazia diretta non è una variabile della democrazia esistente ma il suo superamento.
La rete è un ottimo strumento di scambio di opinioni, pregiudizi e credenze ma è soprattutto il termometro del livello culturale di un popolo. Purtroppo non si presta ad approfondimenti pedagogici. 
La cultura è il livello di consapevolezza della coscienza sensibile degli individui reali, non wikipendia. 
I tifosi restano tifosi e i partiti le squadre in cui si depositano le miserie ideologiche diverse degli spettatori-consumatori di cose e di slogan. 
Oltre destra e sinistra, di sopra e di sotto, non c'è l'ecumenismo umiliante dei servitori volontari ma un pensiero radicale capace di cogliere il mutamento in atto per renderlo umano anziché subirlo come una catastrofe sociale e ambientale.
Radicale è cogliere le cose alla radice e la radice dell'uomo è l'uomo stesso, l'ambiente in cui vive, i suoi desideri e i falsi bisogni indotti che mai furono desiderati prima dell’immancabile iniezione pubblicitaria. Radicale non ha niente a che spartire con il logo ormai delirante di preti laici alla Pannella nè con l'estremismo nichilista.
Oltre fascismo e antifascismo, c'è l'autogestione generalizzata della vita quotidiana in cui nessuno decide per gli altri o subisce la volontà altrui. La democrazia non è la dittatura di una maggioranza di domestici ma la sintesi delle differenze per la felicità di tutti.
Votate per chi volete, i nodi antropologici verranno comunque al pettine dei sopravvissuti e la politica smetterà d'essere un mestiere ignobile per diventare l'ambito poetico dell'emancipazione umana o la sua perdita definitiva.


Sergio Ghirardi