domenica 14 aprile 2013

M5S gocce di "democrazia diretta"



tema: Indicare un Presidente per un popolo che in assenza di Comunità sia però sovrabbondante di istituzioni

Il Popolo della Rete, ancora parzialmente nascosto a se medesimo, agisce per gocce di "democrazia diretta" in un esperimento che si situa al confine tra istituzioni da demolire e il nuovo da costruire

La Ida Dominijanni ha definito benissimo il M5S come "movimento destituente" e questo spiega la sostanza del rifiuto di ogni inciucio, e la situazione paradossale di portare "rappresentanti eletti" nelle stesse istituzioni che si vogliono demolire.

Sappiamo che il potere è armato e che è sempre stato poco tenero con le insurrezioni, e noi non amiamo il disordine e la violenza in quanto esseri umani innocenti e che aspirano alla collaborazione, quindi scegliamo strategicamente una rivoluzione disarmata e democratica.

Il M5S nasce per portare alla ribalta della storia i singoli individui atomizzati, sudditi mai considerati capaci di decidere per sé stessi da secoli, da quando la borghesia ha abolito il potere assoluto (sfruttando beninteso le energie del quarto stato) ma badando accuratamente che il potere non finisse nelle mani delle persone, onde evitare di perdere il proprio primato nel regno dell'economia politica instaurato - secondo loro per sempre - sul diritto acquisito del furto originario, sedimentato nella proprietà come è stata inscritta nei registri dello Stato che la certifica e la perpetua.

La divisione di classe che ha alimentato ideologie e scontri frontali dall'800 in qua, ha smesso di essere utilizzabile sia per i suoi errori teorici, sia a causa della frammentazione sociale generata dal furbesco adescamento del potere verso i piccoli proprietari che sono scissi tra la propria condizione di impotenza politica e i diritti certificati che lo stato riconosce su fondi pensione e proprietà immobiliari.

Lo Stato di diritto e lo stato di sottomissione coesistono e sono interdipendenti. 

La politica rappresentativa è proprio questa rinuncia ad esistere ed agire politicamente in prima persona, come membri di una comunità umana concreta e visibile e vissuta quotidianamente con la piena libertà di decidere che possiamo chiamare democrazia diretta: ergo, la democrazia rappresentativa è lei stessa la negazione della democrazia diretta, il suo argine, il suo principale nemico.

Mandare incursori della democrazia diretta  - in qualità di portavoce con vincolo di mandato - è l'idea che ci è stata proposta da Grillo e Casaleggio che hanno intercettato le voci che incontravano in rete grazie alla presenza del blog.

Abbiamo ben volentieri aderito a questa forma di espressione che per ora permette di far emergere tutti i limiti e i problemi delle istituzioni che stiamo combattendo - cosa utilissima - e anche di avanzare i punti di vista di chi finora doveva - secondo il potere - rimanere invisibile, per non incorrere nel tremendo momento in cui le infinite gocce isolate avranno modo di unirsi nell'onda anomala, nello tsunami, che senza pietà travolgerà tutto quello che trova sulla spiaggia e non avrà la capacità di surfare

Scegliere un nome per dare un primo cittadino agli italiani in grado di accettare questa frattura in atto, di tenersi in equilibrio tra il vecchio che crolla e il nuovo che sta nascendo non è un mestiere per vecchi o per saggi, piuttosto un compito da prendere con l'intenzione cosciente di lasciare l'onda libera di agire avendo prima la capacità di non lasciare sulla spiaggia nulla che meriti di  essere salvato.

Un Presidente che sappia salvare gli Italiani da se stessi e i propri vizi ed errori atavici, non potrebbe fare a meno di difendere la forza d'urto dell'onda soprattutto laddove si scagliasse contro le istituzioni che abbiano ormai del tutto subito una trasformazione in senso rackettistico e mafioso

Un Presidente che non sia a sua volta un soggetto interventista ma rispetti e non cerchi di fermare l'istanza demolitrice che arriva dalla Comunità, un Presidente coraggioso e pur silenziosamente dalla parte dell'onda