giovedì 16 maggio 2013

Bangladesh: l’orrore del capitalismo reale



Dacca alla veglia di preghiera di rito islamico in ricordo delle vittime del 24 aprile 2013


Dicesi capitalismo il sistema economico nel quale la produzione è finalizzata al profitto di chi ha capitale da investire e non al benessere della società nel suo complesso. Tale sistema è contrassegnato da una profonda iniquità e da una profonda irrazionalità. Iniquità perché determina le condizioni per lo sfruttamento e la miseria crescente della maggioranza della società. Irrazionalità perché rende impossibile ogni gestione e programmazione dell’economia in conformità ai bisogni reali delle persone.
Nell’attuale situazione di globalizzazione, derivante dall’abbattimento delle frontiere per le merci e soprattutto per i capitali, non già per le persone, il capitalismo assume varie caratteristiche ulteriori, se possibile ancora più dannose di quelle classiche. Mi limiterò in questa sede a citarne due. La prima, che ho avuto più volte occasione di citare su questo blog, è la prevalenza della finanza che si ritorce anche contro la stessa produzione reale, provocando crisi senza uscita apparente come quella che stiamo vivendo. La seconda è la sua estensione su scala planetaria, che sfrutta per penetrare i posti nei quali è più facile lo sfruttamento della forza lavoro e la devastazione dell’ambiente. Questa seconda caratteristica viene utilizzata per disinvestire in patria, provocando disoccupazione e spostarsi su mercati del lavoro più favorevoli.
Nessuno osi dire che la presenza delle multinazionali in Paesi come il Bangladesh costituisce un’opportunità per le popolazioni che ci vivono. La realtà è che vengono stravolte le tradizionali economie di sussistenza, si demolisce preventivamente ogni possibile ruolo dei sistemi pubblici e si creano quindi le condizioni per il reclutamento di manodopera che vede come unica possibilità di sopravvivenza lo sfruttamento selvaggio in luoghi come quelli dove pochi giorni fa sono morte sotto le macerie circa mille fra operaie e operai.
Situazioni che, tendenzialmente, si vorrebbero introdurre anche in Paesi come il nostro, dove del resto continuano a intensificarsi gli incidenti sul lavoro, cui si accompagnano sempre più spesso suicidi di disoccupati e altri fenomeni di disperazione, dei quali fanno le spese ignari passanti o appartenenti alle forze dell’ordine.
La classe politica che fa finta di governarci è ovviamente del tutto sorda e cieca di fronte a fenomeni di questo genere. Innanzitutto perché, nella sua gran parte, è stata acquistata da tempo un tanto al chilo dai padroni del vapore o ne fa parte direttamente. In parte perché priva di cultura e consapevolezza storica.
Qualcuno spieghi a Pd e grillini che esiste la lotta di classe. Solo che, almeno in Italia e da molti anni a questa parte la fanno solo i padroni. Gli altri subiscono e si disperano. E il mondo va a rotoli. Obiettivo Bangla Desh?
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Commento di Sergio Ghirardi, nella sua versione originale non sottomessa ai limiti di spazio:

Non mi illudo: ognuno resterà abbarbicato ai propri resti ideologici per giustificare la propria miseria. Qualunque ideologia serve a giustificare una realtà imbarazzante: autoritaria o liberale, ce n'è una pronta per ogni realtà imbarazzante, da destra a sinistra, nessuno escluso.
Il capitalismo però non è un'ideologia. È un modo di produzione iperrealistico da secoli e la definizione di Marcelli si può pure discutere quando, per riflesso da intellettuale organico, si lascia andare a strali antimovimentisti, ma è semplicemente vera nell’analisi strutturale.
Poi, naturalmente, i cagnolini domestici di destra e di sinistra (che ormai la sinistra è essenzialmente produttivistica, dunque capitalistica) tirano fuori il bignami del perfetto servitore volontario. I primi per difendere il Mercato e le sue malefatte dal diavolo comunista identificandolo volgarmente con il mostruoso capitalismo di Stato pseudosovietico: liberale è bello!
I secondi, più rari e ancora intenti a scavare resti d’ideologia sotto le macerie del muro di Berlino, lanciano un’ultima romantica e disperata boa di salvataggio all’ideologia di sinistra che del Bangla Desh se ne fotte quanto se n’è fottuta dei marinai di Cronstadt!
Basta! I destini del mondo chiedono un po' d'intelligenza sensibile. Ma non lo vedete che state crepando tutti come topi produttivistici addomesticati?
Commento all’articolo di Marcelli da parte di Emil:
Geniale.
Ci può spiegare quale sistema economico non ha una componente importante nell'interesse privato?
Ci può spiegare con cosa vuole sostituire il capitalismo che, chiaramente, non la soddisfa?
Ci può spiegare come avremo, esempio banale, se pizzerie e i bar di oggi senza persone che le aprono per fare profitto (perchè si, la pizzeria dove mangia è aperta per profitto, non per far il bene del popolo proletario)? Tra le altre cose ci può spiegare perchè, se la globalizzazione crea miseria (immagino soprattutto nei paesi poveri), la % di persone al mondo che vive sotto la soglia di povertà diminuita dal 1970 a oggi è diminuita? o del perchè nei paesi in via di sviluppo si registrano aumenti a 2 cifre delle vendite di telefoni, tv, carne, auto e simili?
Risposta di Sergio Ghirardi:
Perché chiedere tutte queste spiegazioni a un uomo solo? Ci sono quasi due secoli di teoria del proletariato che spiegano esaurientemente la critica dell'economia politica. Non è la teoria che manca ma i soggetti che la pratichino. Per chi rimastica gli orrori dell'ideologia comunista come alibi al suo gretto egoismo masochista un richiamo utile: la teoria rivoluzionaria è nemica di ogni ideologia rivoluzionaria e sa di esserlo.
Emil ha ulteriormente risposto:
Non ho messo volontariamente la parola "comunismo" proprio per evitare post come il suo. Le "tutte queste spiegazioni" sono cose veramente banali che chiedo alla persona che ha scritto l'articolo. Ma certo....se c'è la teoria del proletariato allora c'è la possibilità di dir idiozie a raffica...
…Per poi aggiungere in riferimento al mio primo commento:
Condivido.
Non è quindi forse ora di aprire gli occhi e la mente, signor Sergio?

Ultima considerazione di Sergio Ghirardi:

Dunque tu sei talmente gonfio d'orgoglio immotivato da pensare che io abbia aspettato le tue giaculatorie liberaloidi per farlo? La teoria del proletariato è una teoria critica e come tutti gli schiavi sorridenti tu non ne sai che i pettegolezzi. Conosci solo angeli o diavoli e morirai in ginocchio come hai vissuto.