giovedì 8 agosto 2013

La guerra dei ventanni: quella del partito di Berlusconi contro la magistratura

 
Adesso sì, ma quando Berlusconi è apparso, la magistratura non era affatto di parte. 
O meglio, in grande maggioranza, era dalla SUA parte, quando si é messo all'opera. 
Spesso dimentichiamo come é nata la svolta che si é voluta chiamare tangentopoli
E' saltata fuori per caso, perché la moglie di Mario Chiesa ha svelato che lui aveva miliardi imboscati e ha portato delle prove. 
I giudici milanesi non avevano alcun malanimo verso Chiesa o verso il PSI, erano delle idee politiche più varie, molti di destra, alcuni di sinistra, molti che non ci pensavano neppure. 
A quel punto seguendo le dichiarazioni di folle di rei confessi, pacchi di documenti mai nascosti per protervia e inettitudine, sono risaliti verso le più varie direzioni.
Quando hanno trovato bocche cucite (il PCI, la Fiat) si sono dovuti arrestare, mandando in galera il referente che avevano acchiappato perché quello si rifiutava di farli salire più oltre. 
E poi c'erano così tanti filoni comodi da seguire...
Fra l'altro era divertentissimo: erano diventati popolari (cosa che non gli era mai accaduta e mai avevano previsto), e i politici a differenza che per il passato non ponevano ostacoli. 
Fu così che arrivarono anche a Berlusconi, e che Berlusconi comprese che erano arrivati a lui. 
Chiese consiglio alla mafia e a Craxi, che erano stati i suoi grandi protettori.

E da quel dibattito nacque l'idea di fondare un grande partito che, con la scusa dell'anticomunismo, si opponesse ai magistrati: il terreno era fertile perché i comunisti erano l'unico partito sopravvissuto alle purghe (i parlamentari per cercare di non mostrarsi tutti malfattori avevano addirittura abolito l'immunità parlamentare) e nella popolazione oltre a vecchie paure anticomuniste, montava una grande diffidenza per le sinistre, particolarmente in crisi dopo lo sputtanamento sovietico di poco precedente.

D'altronde la folla é spettatrice e codarda: dopo due anni il giudice che arresta il corrotto era un film già visto, che aveva annoiato

Quindi non furono i magistrati, in quanto di sinistra, a fare la guerra a Berlusconi, che da principio era considerato precisamente quel che era - uno dei tanti delinquenti con un piede nell'imprenditoria e uno nella politica - ma fu Berlusconi col suo partito di corrotti, delinquenti, mafiosi e coglioni a fare la guerra alla magistratura come proprio specifico karma. 

Il fine era salvare Berlusconi e tramite questo offrire un salvagente a tutti gli altri corrotti e malfattori che volevano montare sul carro.

Furono prezzolati alcuni professori e segaioli per mettere giù un programma il più possibile lontano dal socialismo e dalla democrazia cristiana (che allora era un avversario, quando non lo fu più, si convertirono tutti, principiando con Bondi, Sacconi, etc).

Milioni di fessi, sdoganati già dalla Lega nell'idea che essere fessi era un diritto, e che si poteva vantarsene senza ritegno accorsero sotto le bandiere del malaffare e delle balle spaziali
I magistrati furono a loro volta adescati, ma per perbenismo congenito, per congenita diffidenza o anche perché di idee di sinistra, si prestarono poco o punto alle lusinghe (eccezioni: Carnevale, Mancuso, Nordio, la Parenti).

A quel punto fu guerra aperta e poco per volta praticamente tutti i magistrati si trovarono raccolti nel fronte antiberlusconiano: oggi trovare un giudice equo nei confronti di quel cesso umano, sarebbe impossibile. Lo vogliono morto, sì da poter tornare a mandare in galera in pace la gente, come ai buoni vecchi tempi. 
Paolo Ranieri