giovedì 13 febbraio 2014

Achtung, banditen!




No Tav condannati, l’Italia si mobilita

Con sentenza n. 263/2014, il Tribunale di Torino ha condannato i signori Alberto Perino, Loredana Bellone e Giorgio Vayr a corrispondere alla Lyon Turin Ferroviaire (LTF) la somma di  € 191.966,29 a titolo di risarcimento danni ed € 22.214,11, oltre accessori di legge, a titolo di spese legali.
Alberto Perino, Loredana Bellone e Giorgio Vayr sono alcuni noti esponenti del Movimento No Tav che nella notte tra l’11 ed il 12 gennaio 2010, insieme a tanti altri rappresentanti No Tav, occuparono pacificamente un terreno in Località Traduerivi, in Comune di Susa, per opporsi all’effettuazione di un sondaggio geognostico da parte della società italo-francese, sondaggio in funzione della futura linea AV Torino – Lione.
Al processo, in segno di solidarietà, intervennero, come ulteriori parti, altri trentasei rappresentanti del Movimento. Come per dire “non eravate soli: c’era tutto il Movimento quella notte a Susa”.
Tralascio qui gli antefatti che portarono a proporre la richiesta di risarcimento (LTF stipulò e prorogò un contratto lussuoso con la Consepi, concessionaria dei terreni; affermò di avere sostenuto un onere per il blocco del cantiere; ed anche per l’alloggiamento di ben 400 unità di forze dell’ordine), stimata in ben € 228.238,00. Tralascio altresì le motivazioni con cui il Giudice ha accolto pressoché integralmente la domanda, visto che, tra l’altro, saranno oggetto di appello, ritenendole noi censurabili.
Quello su cui voglio soffermarmi ora è il fatto che da quando la sentenza fu pronunciata, iniziò una raccolta fondi per coprire le spese a cui i tre sono stati condannati. Dopo un mese (siamo al 13 febbraio) sono già stati raccolti più di duecentomila euro, e la raccolta continua per coprire spese legali e “per il sostegno ai No Tav incarcerati e colpiti da misure restrittive”. Ricordo in proposito come sia stata formulata ed accolta per il momento l’accusa di attività terroristica in carico ad alcuni rappresentanti del Movimento.
I soldi raccolti provengono da tutta Italia e ricordano altresì la recente mobilitazione per ricostruire il presidio di Vaie, distrutto da un incendio doloso, come a suo tempo quello di Borgone. La mobilitazione è lì a testimoniare che il Movimento è tutt’altro che isolato, come molti sostengono, ma soprattutto vorrebbero. Il Movimento è vivo e vegeto e gode di appoggi forti anche fuori dalla valle. Si illudono quelli che pensano che ci arrenderemo. “A sarà dura!”



Commento di Sergio Ghirardi:
I comportamenti dello Stato, dei politici e degli imprenditori coinvolti nel business della Val di Susa sono coerenti. Fanno parte dello stesso Leviatano che da millenni evolve spaccando le schiene dei dannati della terra e degli ultimi in generale, in primis le donne. La legge che usano è modulabile e viene usata allo scopo di preservare il privilegio e l'attività lucrosa contro ogni approccio umanistico alla questione sociale. Oggi il Leviatano è capitalista, produttivistico e mafioso ma è sempre lui e a servirlo sono masse invigliacchite di servitori volontari. Gli Sioux della Calcide, i Navajos di Notre Dame des Landes, gli Apaches della Val di Susa sono trattati con la stessa giustizia che ha fatto passare il treno nelle grandi pianure eliminando i bisonti. E' il progresso, belli miei e la vostra umanità da selvaggi l'abbiamo sempre educata con coperte al vaiolo, ora con multe esorbitanti.
Ogni epoca ha il suo flagello. Altri scrivevano "achtung banditen!" laddove finiva l'ora di Berlino e di Salò e cominciava quella della resistenza. Una fra le tante di fronte al Leviatano che sta distruggendo la vita sul pianeta.


Commenti a seguire:
Tombio a Sergio Ghirardi:
I leviatani hanno nome e cognome!! e pure indirizzo!
Giannirm a Sergio Ghirardi:
Legge troppi Tex Willer ed ha visto troppe Gaia di Tozzi.
Sergio Ghirardi a Giannirm:
Ancora un profeta da supermercato Non so che sia gaia di Tozzi. Tex Willer mi riporta alla pubertà e mi fa ancora tenerezza ma mi ha influenzato meno della psicologia di massa del fascismo. Ma tu che sai tutto degli altri che cosa leggi, che cosa guardi e di che cosa godi?

martedì 4 febbraio 2014

acqua, acqua, acqua, fuocherello







Ti invio questo film sulla questione dell’acqua che ho appena ricevuto da una cara compagna del centro Rosa Nera di Creta perché mi pare molto interessante. 

La comprensione per chi ignora il greco è possibile con sottotitoli in inglese o spagnolo : www.stagonesdoc.gr


Mi pare che il tema sia centrale e profondamente (almeno quanto le falde acquifere) internazionale.
Dovrebbe essere a mio avviso un elemento unificante contro il Leviatano (lo Stato + il Mercato) diventato ormai planetario e una spinta primordiale per una riorganizzazione consiliare della società umana e per il ripristino di un’azione comune tra l’uomo e la natura. 
Senza la riappropriazione collettiva dell’acqua come un bene comune non si andrà da nessuna parte.
Ormai più nessuno decide per noi non perché abbiamo finalmente preso in mano il nostro destino ma perché sono le esigenze di un’economia artificiale, autonomizzata dagli uomini malati che la servono, che reggono il mondo con un atteggiamento nichilista, programmando oggettivamente, a breve termine, la distruzione della biosfera.
Nessuna riforma del Leviatano è possibile. Ormai la rivoluzione sarà una festa biologica o non sarà.

Con gioia e tristezza, con rabbia e volontà vi abbraccio  sergio

sabato 1 febbraio 2014

Joseph Goebbels e la disinformatia in 11 principi di pronto uso contro il comune nemico M5S



 

gli 11 principi della propaganda di Joseph Goebbels a cui sembra si stiano ispirando un po' tutti coloro (intellettuali organici del PD tipo Augias in testa) che non possono permettere a una forza politica non complice e non compromessa come il M5S di partecipare alla vita istituzionale ... come volevasi dimostrare...



1. Principio della semplificazione e del nemico unico.
E’ necessario adottare una sola idea, un unico simbolo. E, soprattutto, identificare l’avversario in un nemico, nell’unico responsabile di tutti i mali.
2. Principio del metodo del contagio.
Riunire diversi avversari in una sola categoria o in un solo individuo.
3. Principio della trasposizione.
Caricare sull’avversario i propri errori e difetti, rispondendo all’attacco con l’attacco. Se non puoi negare le cattive notizie, inventane di nuove per distrarre.
4. Principio dell’esagerazione e del travisamento.
Trasformare qualunque aneddoto, per piccolo che sia, in minaccia grave.
5. Principio della volgarizzazione.
Tutta la propaganda deve essere popolare, adattando il suo livello al meno intelligente degli individui ai quali va diretta. Quanto più è grande la massa da convincere, più piccolo deve essere lo sforzo mentale da realizzare. La capacità ricettiva delle masse è limitata e la loro comprensione media scarsa, così come la loro memoria.
6. Principio di orchestrazione.
La propaganda deve limitarsi a un piccolo numero di idee e ripeterle instancabilmente, presentarle sempre sotto diverse prospettive, ma convergendo sempre sullo stesso concetto. Senza dubbi o incertezze. Da qui proviene anche la frase: “Una menzogna ripetuta all’infinito diventa la verità”.
7. Principio del continuo rinnovamento.
Occorre emettere costantemente informazioni e argomenti nuovi (anche non strettamente pertinenti) a un tale ritmo che, quando l’avversario risponda, ilpubblico sia già interessato ad altre cose. Le risposte dell’avversario non devono mai avere la possibilità di fermare il livello crescente delle accuse.
8. Principio della verosimiglianza.
Costruire argomenti fittizi a partire da fonti diverse, attraverso i cosiddetti palloni sonda, o attraverso informazioni frammentarie.
9. Principio del silenziamento.
Passare sotto silenzio le domande sulle quali non ci sono argomenti e dissimulare le notizie che favoriscono l’avversario.
10. Principio della trasfusione.
Come regola generale, la propaganda opera sempre a partire da un substrato precedente, si tratti di una mitologia nazionale o un complesso di odi e pregiudizi tradizionali.
Si tratta di diffondere argomenti che possano mettere le radici in atteggiamenti primitivi.

11. Principio dell’unanimità.

Portare la gente a credere che le opinioni espresse siano condivise da tutti, creando una falsa impressione di unanimità.