domenica 9 marzo 2014

delegati come Pappagalli





commento di gilda caronti all'articolo di Pellizzetti su Il Fatto Quotidiano  in corso di moderazione

Noto che la persistenza nel non voler capire a quanto pare dura da parecchio, come appunto non capire Grillo e ora anche Freccero -che forse comincia ad intuire di cosa si tratta quando parla del M5S - dopo non aver capito Debord  - e qualcosa che sta ai partiti come la democrazia reale sta a quella "rappresentativa"  la quale  neppure “rappresenta” se non nel senso che esclude qualsiasi altra visione se non quella di se stessa e del proprio peso che è soffocante per ogni istanza del vivente si possa e si voglia presentare alla contemporaneità.
Certo la persona di Beppe Grillo, come è vero per tutti quanti, non è infallibile, - e come potrebbe un essere umano? - ma non è confrontabile con qualsiasi altro esponente di partito.
Infatti Grillo per me avrà sempre il merito di aver fatto nascere il M5S proprio per consentire la fine della forma partito e della delega, volendo approfittare della possibilità del cambiamento di paradigma reso possibile dalla rivoluzione strisciante già in atto e che infatti i partiti vorrebbero ammazzare nella culla fin da quando hanno voluto prendere le distanze da ciò che chiede e pretende di parlare in prima persona, di instaurare un discorso orizzontale che non necessiti mai più di gerarchie e di capi o di leader a condurre le “masse” (dal Chiapas, a Seattle, dalla Val di Susa, a Notre Dame de Landes)
La tecnologia di internet è arrivata per dare finalmente modo a tutti di far parte di una Rete che non ha per sua stessa natura alcun vertice, non ha inizio e non ha fine e ciascuno ne è centro e periferia allo stesso momento.
Fare a meno della delega e della rappresentazione è il primissimo passo per una nuova civiltà di uguali che siano innanzi tutto esseri pensanti ma proprio per questo affidabili delegati all’occorrenza, non temendo di perdere alcunché nel momento che si presentano in qualità di Portavoce proprio perché hanno tutte le possibilità di contare come tutti gli altri nelle assemblee sovrane.
Solo se i singoli individui vengono costretti ad accettare di essere oscurati dai loro “rappresentanti” è ovvio che si vada alla “competizione” elettorale come ad una guerra; se invece siamo sempre liberi di esprimere un punto di vista personale in ambito assembleare in una rete di “consigli sovrani” allora il delegato andrà nelle istituzioni ad agire come un “pappagallo” - avendo accettato il mandato vincolante del tutto liberamente - e senza sentirsi affatto sminuito.