lunedì 10 marzo 2014

Vorrei tanto rivoltarmi, ma non sarà mica reazionario?









un commento di Sergio Ghirardi al post 

Passaparola - La verità sull' Ucraina - Marcello Foa in data 10 marzo 2014



Una volta per tutte: nessuna rivolta popolare è mai stata pura. Nessuno però si è mai sognato di ridurre i repubblicani francesi del 1789 ad agenti infiltrati, a dei complottisti. 
Lo stesso durante la Comune, nel 1917 o nella resistenza spagnola del 1936. 
Oggi lo spettacolo riesce a infiltrare strategicamente il dissenso meglio di prima per poi svuotarlo di ogni senso emancipatore proprio attraverso la sistematica denuncia di quest'infiltrazione come una critica apparentemente super partes, in realtà profondamente partigiana del politicamente corretto della democrazia fittizia. 
Questa è l'altra faccia speculare del gattopardismo da quando la peste fascista e il suo peggior prodotto,l'antifascismo ideologico (certo non quello storico dei partigiani che hanno partecipato veramente alla resistenza !), operano insieme, al minimo sintomo di rivolta, per scongiurare ogni rivoluzione. 
La democrazia non esiste, ma copre col suo mantello ideologico la storia confiscata. 
Gli USA e la Russia sono sempre, oggi in Ucraina, ma ugualmente altrove, gli orribili bianchi sporchi di nero fascista del liberalismo dei banksters e delle multinazionali e i fascisti rossi slavati dell'ex impero sedicente sovietico. 
Basta con gli addomesticatori della politica spettacolare che riducono tutto alle due teste del Leviatano capitalista. 
Chiunque si rivolti ha ragioni da vendere. 
Poi, semmai, sta a tutti noi, in nome dell'emancipazione da un sistema mortifero, scegliere la terza via di una democrazia consiliare che abolisca Stato e Mercato e impedisca i fascismi e i liberalismi osceni che si alternano al potere di un mondo malato. Né dio ne padrone, né Obama né Putin, né mafia filoeuropea né filorussa. 
E visto che si parla di Ucraina, Machnovcina per tutti e tutto il potere ai consigli dove uno vale uno e le decisioni sono il prodotto di un dialogo a tutto campo nel vissuto sociale, laddove il virtuale può essere un optional interessante ma non sostituirsi alla comunità reale.