martedì 27 maggio 2014

Elezioni trappola per coglioni?




Europee 2014, non è detto che l’elettore abbia sempre ragione
Una delle caratteristiche dell’analisi del dopo voto in Italia da parte dei partiti è sempre stata: “Abbiamo perso, e perciò abbiamo sbagliato”; “abbiamo vinto e perciò abbiamo operato bene”. L’equazione non regge. Essa parte dal presupposto che l’elettorato abbia sempre ragione e bisogna perciò adeguarsi ai suoi voleri. Invece è esatto quasi il contrario.
Il nano ha sempre operato al fine di ottenere il favore dell’elettorato: un milione di posti di lavoro, l’abolizione dell’Imu, magari la sconfitta del cancro. Tutto in funzione di racimolare voti, senza uno straccio di programma realmente credibile.
Lo scout non si è discostato molto. Con una loquela abbastanza simile al nano ha promesso gli ottanta euro in busta paga, ha dato la speranza che “ce la faremo” al di là di ogni ragionevole dubbio.
Premetto questo perché troverei davvero fuori luogo che oggi il M5S, di cui apprezzo molto il programma, dovesse focalizzarsi su cosa esso possa avere sbagliato. Diciamo che il suo leader avrebbe potuto essere meno veemente, diciamo che non tutte le espulsioni possono avere convinto, ma sarebbe oltremodo sbagliato giungere alla conclusione che il programma o la strategia sono sbagliati perché si sono persi due milioni di voti. Anzi, si sono persi in buona parte per la coerenza dimostrata. La cartina al tornasole che accerta quanto ciò sia vero è stata la campagna mediatica contro il M5S, la paura che ne avevano i poteri forti, ed infatti alla notizia che Renzi ha stravinto la Borsa di Milano ha strabrindato.
Purtroppo, diciamolo, la gente non vuole cambiare, vuole protrarre questo status quo finché le sarà possibile, ed i partiti vogliono auto perpetuarsi. Il M5S vorrebbe cambiare non tutto ma buona parte. E non vende illusorie speranze.
Spesso con i miei amici ambientalisti mi sono chiesto come si possa avere una società davvero migliore, ovviamente imponendo rinunce, cambiamenti drastici ai nostri stili di vita, eccetera. E siamo giunti alla drammatica ma realistica conclusione che un programma per, diciamo così, “salvare l’umanità” non verrebbe votato da nessuno.


Commento di Sergio Ghirardi:

Si può votare o non votare, ma il voto rende evidente come una radiografia lo stato delle cose e l’addomesticamento delle masse votanti o astensioniste.
L'errore sta nel continuare a credere che il parlamentarismo sia una democrazia reale. 
Il problema non sta nel perdere le elezioni ma nel continuare a delegare il potere sulle nostre vite. 
La rivoluzione culturale in atto da mezzo secolo è ancora agli inizi. 
Il M5S ne ha incarnato qualche desiderio e praticato qualche sperimentazione (ce n'est qu'un -ennesimo- début!). Deve ancora liberarsi, come tutti noi, della sindrome di Stoccolma del potere: non si tratta di prenderlo ma di abolirlo. Questa è la democrazia consiliare ma siamo ancora lontani anni luce da queste "lumières". 
I francesi hanno messo secoli di jacqueries prima di includere finalmente il Re nella lista dei nobili da combattere e fare la rivoluzione borghese contro l’Ancien Régime
Oggi la democrazia nascente sulle rovine della sua rappresentazione spettacolare deve capire la sua incompatibilità con lo Stato per poter nascere. 
A tutti noi, ambientalisti e anti-produttivisti festivi, formulare il progetto di una società della felicità autogestita anziché partorire nuove morali crescenti o decrescenti. 
La decrescita economica è tanto ineluttabile che auspicabile ma per essere umana e sostenibile deve essere piacevole. E può esserlo se la si sottrae alla voluttà del sacrificio che inquina molti potenziali rivoluzionari.
(A suivre)

commento di gilda:
ben detto Sergio!